Una vita per diventare terra buona…
Sono nata a Hong Kong, dove la maggioranza della popolazione non professa una fede e dove è diffuso il buddismo, e proprio in questa terra ho scoperto il cristianesimo. L’educazione della scuola cattolica che frequentavo e la bella testimonianza degli insegnanti di religione, mi facevano riflettere e mi hanno portato alla scelta del battesimo a 13 anni, condivisa con i miei genitori che in quello stesso periodo si avvicinavano alla fede.
Ritrovo in questa scelta il primo seme gettato nel terreno della mia vita e poi maturato negli anni della giovinezza, grazie all’esperienza di fede e di comunità vissuta nel Movimento del Focolare. In esso ho capito come la scelta cristiana facesse la differenza, come fosse controcorrente. La formazione ricevuta da loro mi ha orientato a cercare nelle attività quotidiane, negli affetti e nel lavoro quale fosse il progetto di Dio.
L´esperienza di volontariato vissuta nella Cina continentale per alcune estati, l’insegnamento dell’inglese a ragazzi poveri, mi ha aperto ad una visione nuova di servizio e ha dissodato quel terreno che sono io, facendo emergere il desiderio di servire i più piccoli, sull’esempio di Gesù venuto per servire e dare la sua vita.
Questa scoperta si è trasformata in una chiamata, ancora indefinita, che ho sentito quando con i giovani del Focolare mi trovavo a Roma nel 2000 per la GMG: “Non temere, tu seguimi!”.
Altre esperienze hanno arricchito la mia vita, come i due anni vissuti negli Stati Uniti per studio e lavoro: uscire dal mio paese mi ha donato una visione più universale; in quella terra ho sentito un desiderio di fraternità e di solidarietà, il sogno di una vita insieme nella diversità e nella pace!
In quel periodo avrei potuto dire a me stessa di avere tutto ciò che poteva bastare a una ragazza: una vita tranquilla, un lavoro stabile, tanti amici. Sentivo dentro, però, un vuoto e mi chiedevo: “Davvero Vivian ti sembra possibile continuare a vivere così?”. Il punto di svolta è coinciso con un momento molto duro per me: la perdita di un caro amico che, a causa di una malattia, ci lasciava ancor giovane, regalandoci un esempio di tenerezza e di amore alla vita che mi affascinato al punto da dire: “Anch’io voglio abbracciare un amore così, voglio annunciarlo a tutti!”.
Ed è proprio in quel periodo che incontro le Missionarie dell’Immacolata. Il terreno della mia vita, arato e dissodato grazie alle diverse esperienze, era pronto ad accogliere quel seme che più di tutti avrebbe portato frutto: il seme di una vita consacrata a Dio per la missione.
La prima sensazione che ho provato nel frequentare la comunità delle Missionarie dell´Immacolata ad Hong Kong è stata quella di sentirmi a casa: da sr. Luigia e da sr. Giovanna, come da tante altre sorelle, mi sono sentita subito compresa, come in famiglia!
È questo che mi auguro dalla missione che vivo ora in Brasile Sud: poter a mia volta comprendere e amare l’altro, farlo sentire a casa e vivere in mezzo alla gente “costruendo ponti e non muri” – come ci direbbe Papa Francesco!