Siamo approdati al Pime in maniera diversa, per Chiara è stato un modo per riscoprire un’altra faccia della Chiesa, che da tempo non frequentava più, e di rinnamorarsene. Io invece cercavo un luogo di silenzio, dove poter riflettere, dopo un lungo periodo passato in Inghilterra.
Brasile (Parintins) per me e Filippine (Manila) per Chiara sono state le due destinazioni scelte per noi dagli animatori e dai padri e suore che ci accompagnavano. Ogni esperienza missionaria è unica, ma il grande dono che le accomuna è sicuramente il cambiamento di prospettiva che volente o nolente lasciano nella vita di una persona. Vedere con i propri occhi culture diverse, gente che vive nella povertà più estrema, permette di “ridimensionarsi”, di volersi rendere utile pur sapendo di non poter cambiare il mondo; ancora permette di tornare più consapevoli del grande cammino che è richiesto a ciascuno di noi, per crescere nell’esempio di umanità che ci ha lasciato Gesù.
Ma Parintins e Manila non sono state le uniche esperienze, siamo stati ancora in Brasile (nello stato del Maranhão) ed in Etiopia (con i salesiani). Ognuna di esse ha lasciato dentro di noi un seme che negli anni è germogliato, come un desiderio di approfondire sempre di più la scoperta di noi stessi e degli altri. Inoltre la missione ci ha donato come frutto la voglia di volerci impegnare anche e soprattutto nel nostro paese.
E’ da qui che nasce “La Mangrovia”, una compagnia di teatro o meglio un’associazione culturale a cui, con l’aiuto di altri giovani come noi, abbiamo dato vita circa 7 anni fa. Il gruppo ha come scopo l’animazione missionaria tramite la produzione di spettacoli teatrali e il sostegno alle missioni; un modo insomma per ringraziare la famiglia Pime per quanto ci ha donato e per il “bello” che ci ha mostrato.
Sì, possiamo dire che in tutti questi anni, in questa famiglia allargata che è il Pime, abbiamo potuto far crescere e custodire il desiderio di partire anche come famiglia, per un periodo di tempo più lungo e all’interno di un progetto proposto dal Pime stesso.
Ed è così che abbiamo deciso di frequentare il cammino dell’ALP (Associazione Laici Pime), che propone un percorso formativo di due anni per poi essere destinati per 3 o 5 anni fuori dall’Italia. Dopo il percorso formativo, ecco che alla vocazione della famiglia si è aggiunto il “sì” alla vocazione missionaria. Tutti questi viaggi, volti e culture incontrati ci hanno fatto comprendere quanto la differenza fosse il centro cardine per crescere umanamente come individui: infatti la diversità è ricchezza e la ricchezza è gioia. Da qui è maturata la scelta di dedicarci alla missione più a lungo e così poter fare esperienza della diversità nella quotidianità, svolgendo il nostro lavoro e mettendo a disposizione le nostre competenze: un modo per crescere nell’esperienza dell’incontro con il Signore, da stranieri, in terra straniera.
L’Algeria è stata la terra che oggi, come famiglia, ci è stata affidata. Siamo qui dallo scorso Luglio 2018 insieme a Zaccaria, nostro figlio, il bimbo che ci dà una mano e ci apre la strada delle relazioni, in questa terra tutta da amare, ma ancora tutta da scoprire.
Salvatore La Loggia e Chiara Di Marco