“Laudato sii, o mio Signore, per nostra Madre Terra“, cantava Francesco d’Assisi nel 1224, ringraziando il Signore e lodandolo per tutte le sue creature in uno sguardo contemplativo che sapeva trascendere la morte. Gli ha fatto eco nel 2015, nell’enciclica Laudato Sì, il nuovo papa Francesco, che da lui aveva scelto subito di prendere il nome e da cui ha preso in prestito le parole per la sua accorata invocazione ad ascoltare il grido di dolore della nostra sorella e madre terra e per invitarci tutti ad “una conversione ecologica globale” (LS 5). È urgente, diceva (LS 13):
“proteggere la nostra casa comune, unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, poiché sappiamo che le cose possono cambiare”.
Per questo, ci uniamo alle persone del mondo intero per celebrare la Terra e promuoverne la salvaguardia, puntando giorno per giorno ad ‘un altro stile di vita’. Coscienti che tutta la creazione condivide un’origine comune, della mutua appartenenza degli esseri viventi in una relazione così fitta che ogni cambiamento, in bene o in male, influisce sul tutto, camminiamo con coraggio verso un futuro costruito insieme per lasciare alle future generazioni un mondo più bello.