“I miei pensieri non sono I vostri pensieri, le mie vie non sono le vostre vie”. (Is 55,8)
Il nostro Dio è il Dio delle sorprese, che rivela se stesso in mille modi a quelli che sono aperti alla sua presenza e alla sua azione in questo mondo. Sono nata il 14/12/1964 in una famiglia cattolica praticante, sono la più giovane di due sorelle e un fratello. Le preghiere quotidiane e la partecipazione attiva nelle iniziative della parrocchia sono stati parte della mia crescita, ero infatti un membro dei ‘Legionari di Cristo’ e del Movimento Carismatico. Dall’infanzia ho sempre amato servire i malati e i bisognosi, così, finiti gli studi ordinari, volevo inserirmi per diventare infermiera, ma proprio quell’anno (1980) le regole per l’ammissione vennero cambiate, ed era necessario completare due anni in più di scuola. In quello stesso anno il Signore ha chiamato mio padre accanto a sé in Paradiso. Questi episodi insieme hanno costituito l’inizio della mia relazione personale con Gesù come il mio più caro amico e mi hanno fatto avvicinare a Lui.
“Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi, rimanete nel mio amore.” (Gv 15,9)
A quel tempo molte suore di differenti congregazioni erano solite far visita nella nostra parrocchia per parlarci della loro vita religiosa e missionaria. Durante le vacanze poi, insieme alle mie amiche, andavamo nei loro conventi e visitavamo le loro comunità, vedevamo le loro attività. Sr. Lucia Pala e sr. Regina Castelino sono le prime Missionarie dell’Immacolata che ho conosciuto nella mia parrocchia, e da allora ho iniziato a frequentare il convento di Mumbai, prendendo parte ai campi vocazionali durante le vacanze estive, ecc…
Mentre stavo aspettando i risultati scolastici, ho visitato alcuni conventi e sono stata tre settimane insieme alle Piccole Sorelle dei Poveri, che si prendono cura delle persone anziane a Mumbai. Ma dentro di me sentivo l’attrazione per il carisma missionario “la viva passione per l’annuncio del Regno a tutte le genti”, che sentivo importante e cruciale per tutti i tempi e tutti i luoghi. Finalmente, il 25 luglio 1982, sono entrata nel nostro convento di Adheri, e poi dopo un mese mi sono spostata in Andhra Pradesh. Per la prima volta ora mi trovavo fuori dal mio Stato, dove la lingua, il clima e le abitudini alimentari erano completamente diverse dalle mie. La comunicazione con le sorelle e le compagne era un’altra sfida. L’amicizia con Gesù mi ha aiutato però a superare tutte queste barriere: anche se c’erano momenti di dubbio, la presenza costante di Gesù mi ha confermato e rafforzato nel proseguire il mio cammino formativo.
Ero sicura che solo Lui potesse dare significato alla mia vita e rendermi felice. Così il 16 luglio 1986 ho fatto la mia prima professione con il desiderio di appartenere a Lui per sempre…E ancora oggi sono felice di appartenere a Cristo e, in Lui, a tutti i miei fratelli e sorelle in umanità.
Dopo la mia formazione professionale come infermiera ho lavorato nel nostro ospedale di Gudivada e successivamente mi è stato chiesto di accompagnare le giovani ragazze nell’animazione missionaria e nella formazione iniziale. Gli anni spesi nella regione dello Jharkhand, territorio molto sfidante dove rendevo il mio servizio nel dispensario, aiutando nelle attività pastorali e nel miglioramento della condizione della donna, sono stati gli anni felici e appaganti della mia vita missionaria.
Anche se avevo espresso il mio desiderio della missione ‘Ad Extra’, per un periodo ho dovuto mettere da parte la speranza di partire. Tuttavia, i piani del Signore sono meravigliosi e misteriosi, e così, per il mio 50esimo compleanno, ho ricevuto in dono la destinazione per la missione in Algeria. Nei momenti di alti e bassi, di dolore e sconforto, nelle luci ed ombre della missione mi sento di dire insieme al Salmista: “Il Signore è il mio Pastore, non manco di nulla” (Sal. 23).
Fedele alla sua promessa, Lui continua a rivelarmi il suo amore costante e ad usarmi come suo strumento per condividere il suo amore e la sua cura con i fratelli e le sorelle malati e bisognosi. Come menzionato nell’Esortazione Apostolica “Gaudete ed Exsultate” di Papa Francesco, non dobbiamo dimenticare che
“La vita non HA una missione, ma E’ una missione!”.
E ancora di più oggi, nella presente situazione di emergenza dovuta al Covid-19, siamo chiamati ad essere testimoni profetici dell’amore e della misericordia di Dio verso tutti i nostri fratelli e sorelle, senza differenza di casta, provenienza o religione…
sr. Lucy D’Mello, Algeria