Nella vita ci sono posti, persone, che rimangono nel cuore. E si ripresentano all’improvviso quando non te lo aspetti. Ecco che Villa Boschetto è rientrata nella mia vita e in quella di mio figlio che aveva frequentato la scuola materna più di una decina di anni fa: un adolescente che grazie a una Suora speciale, è tornato in quel luogo dove la pace, la serenità e l’amore immenso per gli altri gli sono stati insegnati, perché lì li ha vissuti. Si può insegnare l’empatia, la compassione e la carità? La risposta è Sì, e dobbiamo ricordare che fa parte dell’educazione che diamo ai nostri figli.
Il mio ragazzo quasi diciasettenne non si ricordava quasi nulla del periodo della scuola materna, ma non appena è rientrato a contatto con i suoi ex compagni, Suor Chiara Di Brigida e quel mondo, è stato chiaro che tutto era nato lì e che lì era stato bene un legame che non si era mai rotto, un luogo dove continuare a crescere.
L’occasione della festa per i 70 anni di scuola a Villa Boschetto è stata per lui e per me un tuffo nel passato un modo per rientrare in questa realtà. Io posso dire che non avevo mai perso i contatti con le suore, attraverso anche il lavoro dei seminaristi del PIME, con i quali ho continuato a vivere l’educazione dei miei figli in Parrocchia.
Organizzare eventi, quelli belli, quelli che regalano gioia, quelli che ti ricordano che senza amore per Dio e per i fratelli non si è felici, che ti restituiscono un senso alla vita: è sempre stata la mia passione, la mia vocazione. E così quando a metà febbraio Suor Chiara ha chiesto aiuto, non potevo dire di No. Da lì a poco è partita la grande macchina dei volontari che si è messa in moto per organizzare la festa.
Sono partiti anche i gruppi social ‘Sei un ex alunno di Villa Boschetto se…’, dove gli ex alunni (o i genitori) si sono iscritti.
È stato impegnativo: noi abbiamo immaginato dovesse essere un Luna Park e tutto doveva essere perfetto e indimenticabile. I protagonisti dovevano essere i bambini e le famiglie, e il messaggio chiave suonava un po’ così: la Scuola insegna, educa, e questa scuola quanti ragazzi ha educato in 70 anni? Tanti. E andrà avanti a farlo…
L’evento aveva un programma articolato ed io sono entrata nel gruppo dell’organizzazione dei giochi e degli stand. Dal programma emergeva quanto lavoro e quante persone c’erano dietro (ufficialmente, più di 30, ma che in realtà sono state molte di più), che hanno collaborato alla riuscita di questa festa.
La Santa Messa animata dalla danza di due suore missionarie, dai canti dei bambini con le maestre e celebrata da Don Riccardo (che svolge la sua vocazione all’ospedale San Gerardo) ci ha lasciato nell’omelia la chiave per leggere questo evento, parlando di memoria del cuore: il messaggio che questo evento voleva dare a tutti i partecipanti, alle persone che frequentano la scuola oggi, a tutti i collaboratori di Villa Boschetto di ieri e di oggi e agli ex alunni con le loro famiglie.
Certo che c’è qualcuno al di sopra di tutto questo: la Provvidenza, lo Spirito Santo, la Vocazione? Non importa quale nome gli diamo, l’importante è la consapevolezza che c’è un Dio al di sopra di tutto questo e che il cuore va educato a donarsi agli altri. In questo caso c’è una Congregazione: le Missionarie dell’Immacolata – PIME, una famiglia religiosa missionaria che ha condiviso un progetto che ha alle radici della sua spiritualità l’icona di Gesù Apostolo del Padre, Seminatore e Seme, inviato nel mondo ad annunciare a tutti la Buona Notizia del Regno per fare dell’umanità una sola famiglia nell’amore, un Istituto che ha lo stesso spirito missionario del PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere).
Un progetto educativo dove il bambino è: emozioni, affetti, corporeità, pensiero, fantasia, relazione, spiritualità e tanto altro e dove la scuola si impegna a farlo crescere in identità, autonomia, sapere e senso di cittadinanza.
Ed ecco ora qualche parola di sr. Chiara Di Brigida, condivisa con le sorelle e i volontari, per chiarire il senso e il successo della giornata:
Tante volte mi è capitato di incontrare a Monza nostri ex alunni o loro parenti o addirittura persone che frequentavano il convento da bambini negli orari del dopo scuola. Mi ha sempre impressionato l’affetto e la riconoscenza nei confronti delle suore che si sono spese per il quartiere, che hanno partecipato in qualche modo alla crescita di tanti bambini e all’accompagnamento delle loro famiglie. Ecco perché la festa. In questi incontri è nato in me il desiderio di raggiungere il maggior numero possibile di ex alunni con le loro famiglie, i loro insegnanti oltre alle suore e i tanti che hanno lavorato e collaborato per la scuola e nella scuola. Abbiamo provato con ogni mezzo a nostra disposizione a spargere la voce perché il nostro invito potesse arrivare a tutti, dal 1953 ad oggi. Non ci siamo riusciti anche se, sento di poter dire che, la festa è stata davvero un successo.
Che emozione per me è stata vedere quante suore hanno lavorato negli anni in questa nostra scuola ed è stato ancor più emozionante intervistarle per poter raccogliere materiale per il video. Sfogliare i diari del tirocinio e trovare foto antiche… Insomma anch’io sento la necessità di dire il mio grazie. E “grazie” è stata la parola guida che mi ha accompagnato nell’organizzazione della festa. Mi sento parte di questa grande storia perché oggi sono chiamata a continuarla lavorando e dando il mio contributo alla scuola. Sono chiamata, come tanti anni fa le nostre suore, a cercare di leggere le necessità del territorio e di cercare risposte concrete che possano davvero raggiungere e aiutare chi è nel bisogno, in primo luogo i bambini e le loro famiglie.
E allora ancora GRAZIE A TUTTI, vi ringrazio profondamente a nome di tutto lo staff e di tutte le suore per tutto l’aiuto che in tanti modi ci è stato offerto da voi. Se la festa dei 70 anni ha avuto luogo è davvero grazie al vostro impegno e soprattutto grazie all’affetto che vi lega alla nostra scuola. sono davvero grata per questo e riconoscente. Sappiate che ognuno di voi con le vostre famiglie, rimane costantemente nelle nostre preghiere. manteniamo viva la memoria del cRicordate il messaggio di oggi: manteniamo viva la memoria del cuore.
sr. Chiara Di Brigida
E da tutto questo noi ‘esterni’ cosa ‘ci siamo portati a casa’? Nuovi incontri, belle persone che ci hanno donato tanto in termini di umanità, esempi e sorrisi e che si sono donate a questa giornata senza pensarci, gioia nel rivedere persone che non vedevamo da tanto tempo, gioia nel vedere i bambini agli stands dei giochi, ai gonfiabili, allo zucchero filato, alla premiazione per i disegni più votati al concorso.
Grazie per questa opportunità!
Lauretta mamma di una ape gialla di Villa Boschetto