Sr. Eleonora: missionaria

Il momento del passaggio da questa vita a quella futura nei cieli è sempre un tempo prezioso per raccogliere le idee su chi ci ha preceduto, e per valorizzarne gli insegnamenti…Oggi vorremmo dare del tempo alla figura di sr. Eleonora, al battesimo Vincenzina, deceduta a Monza il 28 ottobre 2024.

Cominciamo con qualche numero: 90 anni compiuti da poco, di cui 40 anni passati in Bangladesh fra i malati e specialmente gli hanseniani, e poi 10 anni a Rancio di Lecco a fare servizio come infermiera per i padri del PIME anziani! Entra in noviziato a Monza nel 1955 e fa la sua Prima Professione nel 1958, per poi partire per il Pakistan (attuale Bangladesh) nel 1963.

Pochi giorni prima della sua partenza le giovani “zelatrici missionarie” della sua Parrocchia le rivolgono una parola di saluto e di augurio definendo la sua vocazione “una delle più straordinarie! Sì, sr. Eleonora, è così per te che a giorni partirai per raggiungere un lebbrosario nel Pakistan (l’attuale Bangladesh). E come non sentirci solidali con te che da sola vai incontro a mille peripezie? Un viaggio che durerà una ventina di giorni, passando dalla nave all’aereo, dal treno a un carro trainato dai bufali, per raggiungere nella giungla del Bengala il lebbrosario di Dhanjuri. Stai partendo contenta, priva di molte cose, per raggiungere un luogo a te del tutto sconosciuto. Questo non è forse eroismo autentico? Eppure, tu eri una di noi: vivace e birichina da bambina, chiassosa e gioviale da grande; ma hai saputo anche importi un po’ di silenzio… e hai sentito Dio e lo hai seguito per continuare la sua missione nel mondo”.

Inoltre, in una lettera in cui sr. Eleonora parla del suo viaggio verso la missione, così descrive l’arrivo a Dhanjuri: “le bambine dell’orfanotrofio e i cristiani mi vennero incontro fra canti, suoni e danze e mi accolsero festosamente. La stessa sera, nonostante l’ora tarda, p. Villa celebrò la S. Messa e io ricevetti la prima S. Comunione nella giungla di Dhanjuri, circondata dai miei pakistani!  ( …)

Tutto è bello qui e sono felice!”. E, commentando l’accoglienza ricevuta aggiunge: “l’unica mia pena era quella di non poter dire una parola nella loro lingua. Pregate per me affinché lo Spirito Santo mi illumini e io possa presto divenire pakistana con i pakistani, anche con la parola”.

In Bangladesh Sr. Eleonora lavora con dedizione accogliendo e curando i molti malati, soprattutto hanseniani, che arrivano da ogni parte; vi si dedica con pazienza, competenza e grande generosità accettando con coraggio e amore i sacrifici e i disagi derivanti dall’ambiente e certamente anche dalla penuria di mezzi adeguati al suo lavoro nel campo sanitario.

Di carattere umile, attento e gioviale, attraverso la cura dei malati, Sr. Eleonora riesce a stabilire con loro quelle buone relazioni che le permettono di entrare poi nelle loro famiglie per offrire sostegno e amicizia e, quando può, anche la Parola di Gesù.

Sr. Emanuela D’ Costa, bengalese, ci descrive così il suo rapporto con i malati: ‘sr. Eleonora aveva sempre il sorriso sul volto, tutti coloro che si avvicinavano potevano sentire e provare quella gioia che lei emanava. Amava tutti, specialmente i poveri e i sofferenti e li ascoltava volentieri, con attenzione e cura. Solo nell’avvicinarsi a lei i malati si sentivano già parzialmente guariti, mentre quello che mancava lo facevano i medicinali che lei dava loro con scrupolo e attenzione. I malati venivano da molto lontano per essere curati da lei, dimostrando una fiducia profonda.’

Nei suoi lunghi 40 anni di missione in Bangladesh sr. Eleonora svolge con serenità e dedizione anche diversi incarichi di responsabilità nella guida della Delegazione e in alcune delle nostre comunità. Ritorna definitivamente dalla missione nel 2003 per motivi di salute. Dopo le cure e una soddisfacente ripresa fisica, è trasferita nella comunità di Rancio di Lecco dove passa ben 10 anni a servizio come infermiera, ma anche la sua salute incomincia a vacillare. Viene quindi trasferita a Monza in questa comunità che accoglie e si prende cura delle sorelle anziane e ammalate.

Il profilo di sr. Eleonora rimane indelebile per molte sorelle bengalesi, in particolare vogliamo riportarne alcuni tratti raccontati da sr. Chondra Gertrude Rebeiro, bengalese, ora responsabile delle ragazze che iniziano il percorso di formazione come MdI.

“Ho conosciuto sr Eleonora nel 1981, nel momento del mio ingresso nell’Istituto. Da subito mi ha fatto un’impressione nuova, diversa, il suo sorriso e il suo stile aperto e libero mi sono piaciuti subito, anche se per me il suo nome era un po’ difficile e non riuscivo a pronunciarlo, esattamente come la gente di qui, che era solita chiamarla Lellonina!

Aveva sempre il viso sorridente e posso dire di non averla mai vista con il muso! Vedere il suo amore e la sua cura per i malati è stato per me d’ispirazione: aveva una cura speciale per le persone e prima degli altri riusciva a capire quando qualcuno era malata o in difficoltà. Parlava con spontaneità e affetto con tutti i malati, spiegava due volte la posologia, se il malato non aveva capito ed esortava con affetto.

Era amante dell’ascolto, della lettura, della preghiera, ma anche dello scherzo e dell’allegria… era sempre con lei che vedevamo le partite di calcio, anche a orari improponibili!

L’ascolto, il servizio, la gioia, la cura, ecco i quattro aspetti che più ci mancheranno di sr. Eleonora, ma soprattutto i quattro aspetti che cercheremo di tenere bene a mente, per metterli in pratica nella vita oggi, in suo ricordo!”

Sr. Lorenza Radini, provincia Bangladesh

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