Un anno fa, l’Associazione Cristiani del Mediterraneo, Rete civica di attori di pace, interessata ai Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, organizzava tre giorni di Università d’Inverno a Marsiglia. I conferenzieri, della Francia e dell’Algeria, parlavano dell’Algeria davanti a oltre 200 partecipanti.

Quattro esponenti dell’associazione, tra cui la vicepresidente Josette Gazzaniga, sono venuti in questi giorni, un anno dopo l’evento, proprio qui in Algeria; e prima ad Orano, al centro Pierre Claverie, e poi ad Algeri alla Casa Diocesana, hanno presentato gli Atti di quel Convegno, un passo in più per rinforzare i legami dello scambio di cultura e di amicizia.

Gli Atti si intitolano Parole d’Algeria. Parole di donne, parole di giovani, parole di credenti, parole di letterati. Parole soprattutto di algerini e algerine. Un contributo alla pace, perché agire per la pace è innanzitutto conoscere meglio e comprendere meglio il mondo che ci circonda.

Nell’introdurre l’avvenimento l’arcivescovo di Marsiglia, mons. Pontier, aveva detto “Ascoltare l’altro parlare di lui e non parlare di lui senza ascoltarlo”.

Quale idea abbiamo dell’altro e come ce la formiamo? Ascoltandolo parlare di sé oppure ascoltando cosa si dice di lui, o seguendo preconcetti o addirittura immaginando?

“Ascoltare l’altro parlare di lui e non parlare di lui senza ascoltarlo”.

La frase che ci arriva da Marsiglia, rimbalzata per Algeri, è un augurio di Natale.

Perché Gesù, Dio fatto uomo, è venuto esattamente per questo: per parlarci Lui stesso di sé, del Padre. Quando guardiamo il presepio, capiamo che non avremmo potuto in nessun modo immaginare tanto da soli. Doveva venire a dircelo Lui.

Per farci un’idea di Dio, occorre ascoltare Lui. E non parlare di Lui senza ascoltarlo, perenne tentazione.

E anche Lui parla di pace e certo meglio ancora dei nostri convegni pieni di buona volontà.

Parla di pace portandola con sé: Gloria a Dio e pace in terra…

Parla di pace facendola. Egli infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione… Una pace che non è a buon prezzo: e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce.

È l’annuncio di Natale: è venuto ad annunziare pace a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini. Per mezzo di lui possiamo presentarci, gli uni e gli altri al Padre in un solo Spirito (Ef 2).

Nel convegno di Marsiglia e nella restituzione avvenuta qui ad Algeri, si parla dell’altro-Paese, dell’altro-riva di fronte, dell’altro-credente di un’altra religione, ma la frase “Ascoltare l’altro parlare di lui e non parlare di lui senza ascoltarlo” è consegnabile a tutti per ogni altro che incontriamo.

In questo numero gli altri da ascoltare sono gli immigrati in cerca di una patria, sono le persone incontrate a un festival della missione, la professoressa di bengalese con la sua storia… E le azioni di pace sono quelle degli Amici delle Missionarie dell’Immacolata che ci aiutano da vent’anni, sono il nostro nuovo sito, sono vite donate di ieri e di oggi; sono le scelte di giovani per fraternità nuove come quella di Betania e quella di Villaregia, o decisioni di vivere rifiutando ogni violenza.

Avvenimenti piccoli e grandi che costruiscono pace sono i segni gioiosi dell’eternità del Natale.

sr. Gabriella Tripani

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