“L’inculturazione etica in contesto di primo annuncio”, questo il tema della formazione permanente realizzatasi tra il 20 e il 23 Novembre 2017, presso la casa regionale dei Padri del PIME di Bissau, a cui anche noi, Missionarie dell’Immacolata abbiamo avuto la gioia di partecipare. L’animatore p. Etienne Noël Bassoumboul, biblista camerunense, professore all’Università Pontificia Urbaniana di Roma, con saggezza e maestria ci ha accompagnato nella riflessione, instaurando con noi un proficuo dialogo e stimolando la condivisione dell’esperienza missionaria. Si è creato un buon clima di ascolto reciproco e di condivisione tra i presenti: Padri del PIME, Missionarie dell’Immacolata e laici ALP (Associazione Laici PIME).
La vita insegna com’è prezioso l’ascolto di chi ha vissuto anni di missione, soprattutto per i missionari e le missionarie più giovani presenti alla formazione è stata l’opportunità per imparare da chi da anni, anche in mezzo alle inevitabili difficoltà, vive la gioia dell’evangelizzazione.
La cultura è una realtà dinamica e in divenire. È la percezione che un determinato popolo ha della vita, il modo in cui legge i segni presenti in un tempo e luogo specifico. Per noi missionari e missionarie l’esercizio di inculturarci si traduce nel rispetto della cultura del paese, in cui siamo inviate, il farci “prossimo”, il camminare con le persone. Tutto lo sforzo per entrare in una cultura ha come obiettivo principale il conoscere gli interlocutori, a cui il messaggio cristiano è destinato e l’apprendere il linguaggio più appropriato per comunicare il Vangelo, scoprendo “la porta” per entrare in dialogo. Siccome la cultura è una realtà dinamica e aperta sia a ricevere che a donare, l’incontro del Vangelo, che è Gesù Cristo, con la cultura africana ha come conseguenza il cambiamento sia di chi annuncia, che di chi riceve l’annuncio.
La Parola di Dio che prende carne ed entra nella storia ha in sé una forza generatrice e ri-generatrice. Così dice il profeta Isaia al cap. 55 “…come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano più, senza aver irrigato la terra, fecondata e fatta germogliare, in modo da fornire il seme al seminatore e il pane a chi mangia, così sarà la parola che esce dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver attuato quanto volevo, e compiuto ciò per cui l’ho inviata”. Entrando in contatto con la Parola di Dio, non solo la cultura africana subisce una radicale trasformazione interiore, purificando i valori culturali non compatibili con la verità rivelata, e confermando e portando a maturazione quei valori culturali propedeutici al Vangelo, ma anche la Chiesa si arricchisce del volto africano e acquista le caratteristiche sempre più universali del Corpo di Cristo.
L’inculturazione tocca in prima battuta la missionaria e domanda una coerenza di vita, perché l’annuncio non si avvale solo di parole, ma soprattutto di segni concreti e visibili, di testimonianza di vita. È per noi una sfida a vivere sempre meglio ciò che siamo, persone consacrate a Dio, per l’annuncio del Regno a tutte le genti, è questo che p. Etienne definisce “inculturazione ontologica”.
Quando entriamo in un processo di inculturazione è fondamentale conoscere la lingua locale, affinché la comunicazione attinga il cuore dei destinatari, allora avrebbe molto esito una pastorale biblica che diffonda la pratica della Lectio Divina, una lettura della Parola di Dio che non solo si fermi alla preghiera, ma che spinga ad un’azione concreta e verificabile, nella vita quotidiana di ogni cristiano. Non stanchiamoci mai di seminare la Parola di Dio, con umiltà e fedeltà al testo, specialmente qui in Guinea-Bissau, dove molti domandano di conoscere il cammino cristiano.
In una realtà come la nostra, dove la solidarietà e la vita comunitaria ha ancora un grande peso, p. Etienne suggerisce di riattivare le piccole comunità di base. Così come anche è desiderio dei nostri vescovi. Il cristiano ha bisogno di appartenere ad una comunità che sia vicino alla sua vita quotidiana.
Incoraggiate e rianimate da questa formazione, rientriamo nelle nostre missioni col desiderio di vivere sempre più del Vangelo per annunciarlo, sapendo che stiamo in buone mani, poiché Gesù, l’Apostolo del Padre, ci precede e ci apre il cammino.
Sr. Ornella Garzetti, Guinea Bissau