libro bengalese

Sono in Bangladesh da pochi mesi. Come tutti i missionari anch’io dedico i primi tempi allo studio della lingua. In Bangladesh non ci sono molte scuole per stranieri e i fatti dolorosi dell’ultimo periodo hanno ulteriormente messo in crisi questo settore. Per questi motivi è più facile trovare insegnanti bengalesi disposti a lezioni private.

Così è per me: ogni giorno vado a casa della mia insegnante per imparare il bengalese.
Rama, così si chiama la mia insegnante, lavorava in una scuola per stranieri, qui a Dhaka, ma per mancanza di studenti la scuola ha chiuso e lei è in cerca di lavoro.
È molto contenta di lavorare e di insegnare ad una straniera, in particolare ad una suora. Per lei io sono una benedizione, un segno della cura di Dio.
Ci frequentiamo ormai da qualche mese. Abbiamo imparato a conoscerci al di là della differenza della lingua. Giorno dopo giorno ci raccontiamo l’una all’altra e questo fa di noi delle amiche.

Rama è cristiana ma non è cattolica.

La sua è una storia interessante.
Tutta la sua famiglia è indù e lei si è convertita al Cristianesimo per amore, per sposare suo marito che è cristiano. Me lo racconta con la semplicità e la gioia di chi ha trovato un tesoro. Mi dice che è contenta di aver conosciuto un’altra fede, si sente più felice e libera.
Non rinnega niente del suo passato, anzi, rispetta i suoi genitori e i suoi fratelli come loro rispettano lei, ma ora dice di sentirsi piu’ aperta verso Dio.

Ammiro questa donna capace di cambiare e scommettere sul futuro. Mi piace perché non si ferma al suo sapere: è interessata al mondo, è curiosa, vuole conoscere come vivo, perché sono nel suo paese.
Pensando a lei mi torna in mente un brano del vangelo di Matteo che ora sento fortemente adatto a me: “…infatti non siete voi a parlare, ma e’ lo Spirito del Padre vostro che parla in voi” (Mt 10,20).
Eh già, lo Spirito! È Lui che ci guida sulle vie della missione, sempre nuova e inaspettata, ed è Lui che lavora in noi.

Io non conosco il bengalese. Non sono lì per testimoniare o fare catechesi eppure mi viene chiesto di spiegare la mia fede. Sono io che ho bisogno di imparare eppure è lei che chiede a me ed è interessata.
Mi rendo conto che in quei momenti non sono io protagonista: è qualcun altro che prepara, che agisce, che trova mezzi e momenti adeguati. Qualcun altro che suscita, vuole sapere e mostrare.
Nei nostri momenti di pausa ci ritroviamo a parlare di diverse cose: delle nostre tradizioni culturali, dei suoi figli, della fede. Mi chiede del rosario, della messa, di Cristo.

Certo lei è già cristiana e non cambierà la sua confessione ma vuole conoscere, vuole capire ciò che ancora non sa. Anche per me è così: anch’io sono cristiana e non cambierò la mia confessione ma potrò conoscere un’altra sfumatura di Cristo, un modo diverso del suo manifestarsi e agire.
La relazione tra me e Rama, lo sento, è mossa dallo Spirito. Permetterà a tutte e due di comprendere più nel profondo quel Gesù che ha chiamato entrambe e che guida la vita di entrambe.

“ …riceverete la forza dello Spirito Santo…..e di me sarete testimoni” (At 1,8).
Lo Spirito agisce in ogni modo, anche in questa parte di mondo. Io lo vedo.
E ne sono testimone.

sr. Silvia Leoni

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