In un comunicato ufficiale dell’8 maggio 2019, in vista delle elezioni europee, la Conferenza degli Istituti Missionari Italiani così ha espresso il suo sogno e le sue preoccupazioni sull’Europa:
Auspichiamo che l’Europa riconosca il contributo della comunità degli immigrati, portatori di diversità, …opportunità di crescita per tutti.
L’immigrazione di giovani uomini e donne, sebbene costituisca un impoverimento per i loro paesi di origine, è per noi una risorsa necessaria per rinnovare il continente europeo in fase di decrescita demografica con tassi di natalità sempre più bassi e con un aumento della popolazione anziana. Per mantenere costante la popolazione attiva l’Europa ha bisogno di 7 milioni di lavoratori stranieri nei prossimi venti anni. L’Italia per lo stesso periodo dovrebbe accoglierne 325mila in età di lavoro.
Siamo preoccupati per la deriva sovranista che si sta diffondendo un po’ ovunque in Europa e che, nella sua retorica populista, guarda agli immigrati soltanto come un pericolo per la sicurezza e una minaccia ai privilegi acquisiti, alimentando sentimenti xenofobi e di ostilità verso gli stranieri, soprattutto quelli di origine africana.
Siamo altresì preoccupati per l’assenza di empatia e per l’indifferenza, anche tra non pochi cristiani…
Riteniamo inaccettabile la politica dei porti chiusi…
Siamo preoccupati ancora di più per la sorte di decine di migliaia di immigrati rinchiusi nei famigerati centri di raccolta in Libia…
Riteniamo iniquo, immorale e contrario alle convenzioni internazionali l’ostruzionismo nei confronti di organizzazioni non governative che cercano di prestare soccorso in mare ai naufraghi.
Chiediamo che l’Italia aderisca al Patto globale per una migrazione sicura, ordinata e regolare (Global Compact), firmato da 164 paesi in sede Nazioni Unite a Marrakech (Marocco) il 10 dicembre 2018.
L’Europa affronti con urgenza e lungimiranza l’emergenza clima e la gravissima crisi socio-ambientale a livello planetario.
È necessaria e urgente una conversione ecologica …la dobbiamo alle giovani generazioni e a quelle future. I nuovi eletti al Parlamento di Strasburgo ascoltino le proteste silenziose e pacifiche dei giovani che chiedono di passare ai fatti.
La conversione ecologica è dovuta anche nei confronti dei paesi più poveri del mondo che, sebbene contribuiscano in maniera minima al surriscaldamento del pianeta, pagano il prezzo più alto dei cambiamenti climatici.
Nel momento in cui leggerete queste pagine il 26 maggio sarà già passato, ed avremo già un orientamento, una direzione scelta per il nostro continente europeo. I sogni e le preoccupazioni espressi in queste righe, però, non saranno passati, ma anzi ci possono aiutare a dirigere le nostre scelte quotidiane verso l’unità, la giustizia, l’equilibrio ambientale. Sogni che ritroverete anche in queste pagine, aspirazioni e progetti di donne e di uomini che in Europa e in tante altre parti del mondo si adoperano per il bene dell’umanità, del pianeta e soprattutto degli ultimi, degli impoveriti, degli esclusi.
Continuiamo a sognare con loro, allora, e facciamo nostro il loro appello alla conversione ecologica, religiosa o spirituale che sia.
sr. Antonia Dal Mas, Italia