“Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni”. (Ger 1,5)

Ho sentito la chiamata di Dio quando ero molto giovane. Mi ricordo un ospedale vicino a casa mia. Le Suore che vivevano e lavoravano lì conoscevano molto bene la mia famiglia grazie alla grave sindrome respiratoria di mio padre. Essendo l’ultima nata della famiglia, durante le crisi di mio padre mia mamma non poteva lasciarmi a casa e così sono sempre andata in ospedale con loro. Ammiravo la maniera con cui le Suore si prendevano cura dei malati e dei sofferenti. Tutti i sorrisi e le mani che loro posavano sui malati e sui sofferenti portavano conforto e mi davano testimonianza della loro scelta di consacrazione. La mia ammirazione è diventata ben presto desiderio di diventare come loro, per servire i bisognosi.

A quel tempo non potevo comprendere o vedere la differenza fra i diversi ordini religiosi di suore. Inizialmente quando ho detto a mia mamma che volevo diventare come loro, lei ha cercato di scoraggiarmi, dicendo che sarei stata perseguitata, tenuta in una stanza buia, che avrei dovuto mangiare cibo avariato. Diceva cosi per dissuadermi dalla mie intenzioni, perché non voleva che io andassi lontano da lei e dalla mia famiglia. Nonostante questa reazione, devo riconoscere che mia madre sia una vera donna di preghiera, non ha mai permesso a noi figli di andare a letto senza pregare il rosario insieme e senza leggere un brano della Bibbia. Ha instillato veramente in noi il valore della fede e della preghiera.

Mi ricordo poi con piacere nell’undicesima classe, quando sr. Jeva Soosai è venuta nella nostra scuola e ha parlato a tutte le ragazze. Lei ha condiviso la sua esperienza come missionaria con noi, ed è stato davvero ispirante per tutte noi giovani ragazze. Per me il seme che era stato piantato nell’esperienza in ospedale era ora cresciuto, fino a diventare il mio desiderio più grande. Mia zia a quel tempo mi ha consigliato di pregare lo Spirito Santo, perché ‘Se Dio lo vuole, nessuno può fermarti’, mentre mia mamma era ancora infelice nel vedermi lasciare casa per diventare una religiosa.

In seguito, dopo essere sopravvissuta a due gravi incidenti con l’acqua e con la corrente elettrica, mia madre ha interpretato questi come segni di Dio e mi ha dato il suo consenso per entrare in Convento. Le mie preghiere erano state esaudite ed io mi sentivo nella pace. La mia famiglia intera mi aveva accompagnato e supportato con la preghiera, specialmente mia zia. So che anche mia mamma ha pregato molto in questo momento per lei di lotta e combattimento, per prendere la decisione di lasciarmi andare. Nel 1999 ho iniziato la mia formazione e nel 2003 ho fatto la prima professione, mentre nel 2011, dopo sette mesi di preparazione in Italia nell’International Juniorate ho fatto la mia professione perpetua. Ringrazio il Signore per le sue benedizioni e la sua guida in questi anni. Lui ha camminato con me ed è stato al mio fianco. Mi ricordo di ogni persona che mi ha aiutato nel mio cammino formativo con amore e gratitudine. Il Signore, che sa come servirsi dei suoi servi, ha compiuto il desiderio che avevo avuto già in un’età precoce, dandomi la possibilità di diventare infermiera.

Mi sento fortunata e benedetta per avere avuto la possibilità di prestare servizio come infermiera per le nostre sorelle anziane in Italia per otto anni, e adesso mi sento ancora benedetta per avere l’opportunità di partire e vivere la missione in Tunisia. Nel continuare la mia missione sono rassicurata e confortata dalla frase:

‘Tutto posso in colui che mi dà la forza’ (Fil 4,13).

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