Sr. Sandra Croci, nata a Caronno Pertusella, missionaria da 47 anni in Camerun, condivide con noi gli insegnamenti che ha tratto dalla sua lunga esperienza missionaria tra le popolazioni del Camerun.

  • Secondo la tua esperienza, quali sono gli elementi fondamentali di uno stile di vita missionario, che permettono di inserirsi in una nuova cultura?

Prima di tutto la fiducia in Gesù Eucarestia, è necessario passare molto tempo in preghiera, sapendo che Gesù è con te. La seconda cosa è l’amore per tutti, io per esempio non ho nessun problema ad avvicinarmi alla gente, sono molto socievole di natura, parlo con tutti. Bisogna farsi tutti amici e nessun nemico. È importante non creare preferenze di persona. In questi anni non ho sentito difficoltà, mi sento africana con gli africani. È più difficile piuttosto conciliare la mia sensibilità con quelle delle altre sorella della comunità. Qualche volta ho sentito che non eravamo abbastanza a contatto con la gente: per esempio qui la presenza ai funerali è un segno molto importante, significativo… quando mi rendevo conto che noi non eravamo abbastanza sensibili a questi aspetti, ci soffrivo. Io cercavo comunque di parteciparvi.

Trasferita a Yaoundé per motivi di salute, dopo tanti anni di missione nei villaggi, ho cominciato a sentirmi limitata negli spostamenti e quindi anche ad un incontro più profondo con la gente. È l’aspetto più difficile da accettare, ma cerco fino alla fine di farmi presente a tutti in parrocchia.

  • Quali sono i tuoi consigli per un giovane missionario che si sta inserendo in missione?

Ama tutti senza distinzioni, ascolta tutto apertamente e con attenzione. Sii socievole e sempre con un sorriso.

  • Quali sono i punti forti, irrinunciabili della vita missionaria, secondo la tua esperienza?

Amarsi le une e le altre così come siamo. Anche se ci sono discussioni in comunità, bisogna imparare a chiedersi perdono, ammettere i propri errori con umiltà. Questo ci rende libere, ognuna ha il suo carattere, i suoi punti di vista, ma non bisogna perdere la pace perché altrimenti diventiamo dure, musone… una contro testimonianza.

Accettarsi come siamo è una sfida grande, ma è la migliore testimonianza. Non posso andare a letto senza questa pace, preferisco piangere con l’altra, abbracciarla e ricominciare di nuovo. Ci vuole tanta pazienza. Il sorriso è il primo apostolato. Ovviamente il punto forte è la preghiera, l’adorazione a Gesù, Eucarestia.

  • Se dovessi riassumere in una frase quello che hai imparato in questi anni in Camerun, cosa potresti dirci della missione?

Il Camerun mi ha insegnato ad ascoltare fino in fondo, non c’è fretta nel capirsi. Bisogna sedersi e dare la parola senza pensare di avere già capito.

  • Raccontaci un episodio concreto che ti sembra più

Le esperienze più belle in missione sono certamente legate alla preparazione dei catecumeni. Accompagnare bambini, giovani e adulti ad accogliere i sacramenti è qualcosa di formidabile; provo tanta gioia anche nel ricordo delle ragazze del corso di cucito; ma tra tutti, ho molto caro l’incontro con il gruppo di giovani del movimento eucaristico. All’inizio erano solo 4 giovani e uno di loro dopo anni di cammino ha deciso di consacrarsi alla missione. Per un missionario vedere un giovane che vuole condividere la stessa passione per l’annuncio è qualcosa di straordinario. In tutti i 47 anni di missione ho seguito la nascita di tante vocazioni, soprattutto di sacerdoti… conosciuti da bambini e seguiti fino alla consacrazione! Il Signore è grande!

Sr. Sandra Croci, Yaoundé, provincia Cameroun

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