Missione: una vita sacra

Mandato missionario, una grazia e una sfida

Il nido è un luogo di pace spirituale, di azione e sacrificio (lettera a p. Manna, 03.07.1929). Noi, missionarie partenti, dieci di noi, abbiamo avuto il privilegio di abitare in questa casa-nido di Jondini, una casa storica perché la nostra fondatrice, Madre Igilda, passava del tempo di riposo in famiglia e si esercitava per diventare missionaria.

Il nostro programma è durato 15 giorni, dal 2 al 16 agosto: un corso di una settimana sul “mandato missionario”: una grazia e una sfida, e una settimana per visitare i luoghi dove Madre Igilda ha vissuto e camminato.

All’inizio abbiamo pregato offrendo le bandiere delle nazioni dove siamo destinate, invocando la grazia del Signore e tante benedizioni. Questa preghiera ci ha aperto la porta al resto del corso per approfondire la nostra comprensione sull’interculturalità, internazionalità e l’incrocio di tante culture, dalle nostre Costituzioni e dagli scritti delle nostre fondatrici. È stata un’occasione per aprire gli occhi sulle possibili sfide e doni del vivere interculturale.

È stato arricchente riflettere sui tre principali aspetti della partenza per la missione, basati sulla vita e la missione di Gesù, il missionario radicale, e di S. Paolo: partire, arrivare e rimanere, ognuno dei quali contiene una doppia dimensione.

  1. Partire: lasciare i propri cari e le cose a cui siamo affezionate, insicurezza e paura del futuro. La gioia di vivere il sogno missionario diventa realtà, scegliendo di fare cose nuove, nuove esperienze, attese e speranze.
  2. Arrivare: le impressioni negative, le difficoltà nel comprendere come vanno le cose, il sentirsi più deboli del previsto; attese, solitudini e commenti. La gioia di arrivare, di incontrare il nuovo, il desiderio di conoscere di più, la scoperta di essere diversi, migliori e desiderati.
  3. Rimanere: le difficoltà nell’adattamento e comprensione, tensioni, problemi di salute e la scoperta di essere diversi. La gioia di rimanere, di vivere in mezzo al nuovo popolo, la gioia di fare la volontà di Dio, sentirsi a casa e comprendere la situazione.

L’importanza del discernimento per una missionaria alla luce dell’enciclica GAUDETE ET EXSULTATE di Papa Francesco, è stata una luce nuova per noi, missionarie partenti; perché il discernimento è una grazia che dà uno sguardo al piano misterioso che Dio ha per ciascuna persona. E’ un dono da implorare, un mezzo di lotta spirituale per seguire il Signore più fedelmente, un’arma necessaria di ogni tempo che ci porta a percepire il linguaggio di Dio. Discernimento non è scoprire cosa dobbiamo fare di più, ma piuttosto riconoscere come meglio possiamo compiere la missione affidataci nel Battesimo. Lo Spirito Santo è l’agente che penetra le cose nascoste e ci guida oltre. Maria, nostra Madre, è il modello che discerne la volontà di Dio facendo tesoro della Parola di Dio nel suo cuore.

È stato arricchente posizionarsi rispetto all’articolo “Missione e Verginità Consacrata”. La nostra consacrazione battesimale fiorisce nella nostra radicalità verginale, perché è necessario che quelli che sono intimamente pervasi dallo Spirito del Signore Risorto, diano la loro vita per stare con Gesù e con le sorelle e i fratelli ai quali sono inviati per tutta la vita. C’è una doppia dimensione che realmente ci aiuta a realizzare la missione di Cristo:

  1. Profonda relazione con Dio attraverso la preghiera personale e comunitaria.
  2. Una vita apostolica attiva, conservando il modello di Gesù nel suo viaggio a Emmaus, per avvicinare, ascoltare, comprendere, conoscere ciò che è positivo e per disperdere ignoranza e incredulità.

Siamo state guidate ad un nuovo discernimento per comprendere la Missione come una Sacra dimora e il missionario come uno straniero, un ospite nella casa di un altro.

Per questo è necessario avere un cuore semplice per saper dipendere da altri e imparare.

La missione è una chiamata di Dio ai suoi figli prescelti per il suo popolo prediletto, perciò una vita difficile. Con questi nuovi intuiti e riflessioni abbiamo visitato chiese, “il grotto” dedicato a S. Giuseppe e Maria Immacolata, il luogo dove Madre Igilda incontrò la sua amica Pia, che è stato un intenso tempo di preghiera, di stupore e di un ritorno alla nostra storia.

Abbiamo avuto il tempo per incontrare la gente vicina alla nostra casa, abbiamo animato la festa che si celebra a Jondini in questo periodo estivo ed è stata per noi un’opportunità per conoscere la cultura italiana.

Alla fine del nostro programma abbiamo fatto un pellegrinaggio alla Madonna di Oropa per chiedere a Maria di accompagnarci nella nostra Missione.

Ringraziamo la nostra Madre Generale, Sr. Antonella, e le sue consigliere, Sr. Marisa e Sr. Biji, animatrici del programma; Sr. Maria Antonia, Superiora Provinciale e tutte le Provinciali, Sr. Gianna e Sr. Angela e tutte le sorelle; siamo grate a tutte per avere pensato a noi, missionarie partenti e per il vostro visibile contributo per fare di questo evento un tempo per noi grande e significativo.

sr. Arul e sr. Elsie, partenti per Hong-Kong Cina e Bangladesh

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