Il prossimo anno ricorrono i 150 anni dell’arrivo dei primi missionari del Pime in Myanmar e  i 90 anni dalla visita del beato Paolo Manna, come superiore generale a queste terre (18 febbraio-21 aprile 1928). Preparandoci al prossimo Capitolo generale la domanda che ci facciamo potrebbe suonare più o meno così: “Possiamo entrare anche noi, Missionarie dell’Immacolata, nella storia di amicizia tra il Pime e il Myanmar?

24-25 ottobre: Da Yangon a Taunggyi nello Shan State

Siamo testimoni del lavoro ammirevole delle suore di M. Bambina con persone con disabilità fisiche e mentali.

 Sostiamo sulla tomba di Fr. Felice Tandardini, missionario del Pime che ha speso 70 anni della sua vita in Myanmar, nel servizio  lavorativo, nella semplicità e nell’amore per questo popolo. Le strutture tutt’ora esistenti parlano di lui, il fabbro di Dio, con rosario e martello. Visitiamo altri luoghi cari al Pime, la cattedrale di Taunggyi, una delle diocesi fondate dal Pime dove è sepolto Mons. Giovanni Battista Gobbato, primo vescovo di Taunggyi.

Dal 26 ottobre al 1 Novembre: A Yangon in un villaggio povero oltre il fiume Hlaing.

Per arrivarci percorriamo un piccolo tratto in macchina, poi attraversiamo il fiume con la barca e nelle stradine del villaggio in moto. 

L’incontro con le diverse realtà e congregazioni religiose

Incontriamo e ascoltiamo l’esperienza di diverse congregazioni religiose impegnate in vari settori: educazione e formazione dei giovani, i disabili, l’attenzione e la promozione della donna. La cura di persone affette da HIV/AIDS, bambini di strada, donne e ragazze a rischio di traffico umano ecc.

Sono scorci di umanità che interrogano non da poco. Sono sempre i più poveri quelli più a rischio. Ragazzi e ragazze che non sanno ancora leggere e scrivere. Tanti provengono da situazioni di grande sofferenza in famiglia e da contesti di guerra, di abbandono, di “doversi arrangiare” fin dalla prima infanzia.

E poi negli Uffici dell’Associazione di New Humanity, l’Associazione che da 15 anni porta avanti progetti sociali in vari ambiti: nelle realtà che lavorano con i minori, con Centri per disabili, a sostegno di scuole monastiche per buddisti. Tra le attività innovative c’è un progetto di creazione di un centro per giovani con problemi di dipendenze.

 

 

Prima di far ritorno in Italia, visitiamo la dorata Shwedagon Pagoda è un richiamo alle diversità religiose e culturali del Paese. La formazione di persone provenienti da diverse religioni e culture è un impegno anche della Chiesa per contribuire alla pace, all’armonia e alla riconciliazione nel Paese.

Questa breve visita in Myanmar, ci stimola ad uscire sempre più dalle “zone di conforto” e andare verso le periferie collocandoci dentro le sfide di un popolo in transizione verso la democrazia rimasta per troppi aspetti incompiuta, il contrasto tra la ricchezza delle risorse naturali e la povertà che colpisce moltissima gente, le zone grigie in cui imperversano i trafficanti di oppio e il mercato nero delle pietre preziose, le difficoltà di andare oltre le appartenenze etniche per rafforzare l’identità nazionale. Una società in grande evoluzione, grandi cambiamenti, grandi aperture.

Facciamo ritorno a Roma lasciando una porta aperta…. Forse un giorno anche noi potremo essere un piccolo segno di speranza per quel mondo che attende non solo libertà, ma è profondamente segnato dalla spiritualità, dal desiderio di vedere il volto di Dio.

Sr. Antonella Tovaglieri, Direzione Generale

 

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