EDITORIALE

Gesù è andato molto oltre, ha rotto schemi e sistemi antichi. Soprattutto ha vissuto senza risparmio, proprio come padre Roberto, monsignor Christian, suor Filomena e Nadia

Il numero scorso di Mondo e Missione riportava un’intervista a padre Roberto Donghi, per vent’anni in Guinea-Bissau, che esprimeva molto bene il suo carattere e il suo stile missionario. Un uomo che si potrebbe riassumere in due parole: senza risparmio. Proprio mentre Mondo e Missione stava raggiungendo ognuno di voi, padre Roberto è improvvisamente mancato il 30 aprile nella nostra casa di Rancio di Lecco a causa di un tumore con cui combatteva da diversi mesi.

Quarantotto anni sono troppo pochi per abbandonare la sfida della vita. Nonostante questo padre Roberto ha lasciato dietro di sé una scia intensissima di relazioni, di lavoro e di progetti per la missione. Anche da malato, sapendo di non avere molto tempo davanti a sé, ha continuato a pensare a iniziative per la Guinea-Bissau, terra per la quale ha dato letteralmente la vita. Si è offerto senza risparmio alla causa dell’annuncio del Vangelo in quel pezzo di Africa che gli era stato affidato, facendo scelte talvolta discutibili e ai margini del “buon senso”. Lui era sempre un po’ oltre il limite del consentito, senza mai esagerare. Ha saputo spingere l’acceleratore, anche con qualche uscita di strada, per poter dare il massimo affinché il Vangelo potesse parlare sempre più ai popoli del Paese.
Ecco, il missionario dovrebbe essere sempre così, al limite dell’impossibile, oltre la barriera di ciò che è considerato il “buon senso comune”, al di fuori dei sentieri già praticati e conosciuti perché ciò che spinge sull’acceleratore è il Vangelo, non il desiderio di gloria personale.

Monsignor Christian Carlassare, giovanissimo vescovo del Sud Sudan, nonostante l’attentato subito poche settimane prima del suo insediamento in diocesi, parla di creare unità e guarire i traumi di quella popolazione. Parole, le sue, che vanno oltre il buon senso di chi è convalescente per le ferite causate dalle pallottole. Parole che dicono il “buon senso” del Vangelo.

Suor Filomena Alicandro racconta i suoi 55 anni accanto alle donne del Bangladesh. Anche questa una vita spesa oltre il limite del sentire comune. Non sarebbe stato meglio rimanere a casa e mettere su famiglia piuttosto che andare in un Paese lontano? In realtà suor Filomena ha fatto molto più che insegnare a tenere un ago in mano, anche se tutto è partito da lì.

Nadia De Munari, missionaria laica in Perù, è morta in seguito a un’aggressione nella casa dove prestava servizio. Un’altra vita che si è donata all’annuncio fino al sangue. Storie di missionari sul campo, che danno la vita, ognuno a modo suo ma tutti senza risparmio. Sì, perché il Vangelo è troppo, è oltre, è tutto. E di fronte a questa sovrabbondanza non ci si può muovere cercando la “giusta misura” delle cose per rimanere dentro un ordine già ben impostato. Gesù è andato molto oltre, ha rotto schemi e sistemi antichi. Soprattutto ha vissuto senza risparmio, proprio come padre Roberto, monsignor Christian, suor Filomena e Nadia. Allora il cristiano, il testimone del Vangelo è uno che vive così: senza risparmio. Anche in Italia.

Mario Ghezzi, Mondo e Missione di giugno-luglio 2021

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