Due donne s’incontrano. Due generazioni si salutano, Elisabetta di “età anziana” e Miriam, una giovane vergine promessa sposa di un piccolo villaggio della Galilea. Due mondi, il centro e la periferia, si accolgono reciprocamente: l’ambiente culturale-religioso della Giudea, legato al tempio di Gerusalemme, da una parte, e il ritmo campestre della Galilea, con la sua religiosità popolare familiare, domestica, dall’altra. Due ventri si toccano, e dentro essi, la vita sussulta: due attese diverse, due esperienze di vita completamente diverse, illuminate dalla sorprendente grazia di Dio, si ritrovano in un’intesa profonda, in cui una è segno e conferma al cammino dell’altra.
E la sorpresa esplode in una benedizione a gran voce, che ancor oggi ripetiamo, dando alla giovane Miriam la consapevolezza che l’annuncio udito, la disponibilità pronunciata in un soffio, aveva davvero dato carne all’impossibile.

La missione abbracciata dalle MdI nel mondo ha il volto, la storia riconciliata e gli anni colmi di sapienza di Elisabetta, come pure i passi bisognosi di conferme, fiduciosi e colmi di attesa di Miriam. Entrambe le generazioni di MdI sono terra buona fecondata dalla Parola di Dio e dalle culture dei popoli, e al tempo stesso seme gettato, con gesto ampio e maestoso, nei lontani confini, geografici e esistenziali, del mondo. E quando s’incontrano, in patria o in missione, i loro grembi sussultano, ricchi di esperienze vissute in culture, stili ecclesiali, ambiti sociali e religiosi diversi, perché percepiscono, in lieta esultanza, che Dio è presente e cammina nella storia di ogni uomo, di generazione in generazione.

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