Missionaria proprio in Italia
Parlare della mia storia vocazionale significa, per me, esprimere profonda gratitudine a Dio per il dono della vocazione nella famiglia delle Missionarie dell’Immacolata e in modo speciale per avermi scelto per essere missionaria in Italia.
Sono nata in uno paese del Sud dell’India, il Tamil Nadu, da una famiglia cattolica, quinta figlia di sei fratelli. Dai miei genitori ho imparato il valore della preghiera, dell’amore e della generosità. Sensibili verso le persone che soffrono mi dicevano di accogliere sempre i poveri, che pur amati da Dio, non hanno nessuno che li aiuti. Mamma e papà avevano sempre qualcosa da dare loro e mai li rimandavano senza un aiuto. Le loro parole e i loro gesti verso i poveri mi hanno sempre aiutato a vedere gli ultimi della società come coloro che ci portano all’amore di Dio e alla condivisione.
Durante gli anni della scuola media, presso le Suore di Sant’Anna, sono rimasta affascinata da una suora che si prendeva cura dei ragazzi della mia stessa classe più svogliati nello studio e li aiutava con tanto amore e pazienza senza mai alzare la voce. Il suo esempio mi scaldava il cuore facendomi desiderare di diventare una suora: avevo 15 anni.
Durante gli anni delle superiori, è venuta a parlarci a scuola una Missionaria dell’Immacolata. Mentre ci presentava il carisma sentivo che qualche cosa, dentro al mio cuore, mi attraeva verso quella forma di vita, senza che avessi capito bene che cosa volesse dire essere suora missionaria. Ero attratta dal desiderio di seguire Gesù e servirlo nei fratelli. Ricordo di aver detto queste cose alla suora senza prima averne parlato con i miei genitori e tra mille difficoltà sono entrata in convento senza la loro approvazione.
Passando dal Tamil Nadu all’Andhra Pradesh, dove c’era la casa di formazione, pur essendo indiana, ho fatto fatica ad adattarmi alla cultura di un altro Stato, alla lingua, al cibo…; sentivo come fossero grandi le differenze tra Stato e Stato. Tutto questo è divenuto un’opportunità di crescita nella mia vita e un’occasione per imparare le cose belle di popoli diversi dal mio.
Dopo essere diventata suora ho lavorato per otto anni in India e poi in Italia, a Roma per un servizio alla Direzione Generale.
Quando già pensavo che fosse arrivato per me il tempo di andare in missione all’estero, sono stata destinata alla missione proprio nella terra che avevo già conosciuto: missionaria in Italia. Confesso che la mia sorpresa è stata grande, perché agli occhi della gente l’Italia non era vista come un paese di missione e in fondo anch’io la pensavo così. Ma i piani del Signore non sono i nostri piani e i suoi pensieri vanno oltre i nostri progetti. E mi sono venute alla mente le parole delle nostre Costituzioni: “Non esiste luogo o situazione che possa soffocare l’ansia apostolica di una Missionaria dell’Immacolata”.
Ora, a Pozzuoli, dove mi trovo per il lavoro di animazione missionaria, ne sono ancor più convinta: in qualsiasi posto mi trovi, sono invitata ad essere missionaria. Qui, come in altri Paesi del mondo, tutte noi abbiamo lo stesso desiderio: portare a tutti il messaggio d’amore di Cristo, nell’abbandono fiducioso alla sua volontà.