“Siamo chiamate ad una profonda vita di fede che ci fa assumere gli stessi criteri di Gesù nel nostro modo di sentire, pensare, giudicare e agire. Il desiderio di fare in tutto ciò che piace a Dio ci sostiene nella ricerca umile e costante della sua Volontà” (Cost. 7)
Questo articolo delle nostre Costituzioni ci invita a rinnovare continuamente la nostra passione missionaria e a cercare sempre nuove forme di annuncio del Vangelo.
Dal 18 marzo, come in tutto il mondo, la Guinea Bissau si trova in stato di emergenza a causa dell´epidemia di coronavirus. Anche se siamo fisicamente chiuse in casa per rispetto alle norme di prevenzione, il cuore e la passione missionaria non restano chiusi e inattivi.
Il popolo della Guinea è lottatore e capace di soffrire, figlio di una storia nobile che ha dato i natali al “Padre della lotta per la Liberazione”, Amilcare Cabral. È un popolo abituato a lottare. La strana situazione in cui ci si è trovati a causa della pandemia é anche una vera lotta per la vita e la sopravvivenza. Una “lotta” che potremo vincere solo stando uniti, avendo una visione olistica, come dice il nostro caro Papa Francesco in Evangelii Gaudium. é quanto abbiamo bisogno: una visione ampia sulla realtà di fronte alle sfide attuali!
Da un lato il bene maggiore da salvaguardare è la vita, ma non si può vivere senza alimentarsi quotidianamente e, nella nostra realtà, le famiglie vivono del lavoro giornaliero. Questo è il dilemma quotidiano in cui si trova la gente. Pur con mascherine e cercando di rispettare nella misura del possibile le misure di sicurezza, la maggior parte della gente non può smettere di lavorare, di andare nei campi e di continuare le piccole attività commerciali quotidiane.
Così, ci siamo sentite spinte a star vicino, spiritualmente e materialmente, ai cristiani della cittadina di Bissorà e delle tabanca (villaggi) limitrofe, che le Missionarie dell´Immacolata accompagnano dall´inizio della loro presenza in questa regione, 37 anni fa.
Abbiamo pensato che era necessario comunicare con le persone, anche per telefono, perché non si sentissero isolate o abbandonate.
Abbiamo pensato che ci voleva una parola di fede e di speranza. Per questo, assieme al parroco, abbiamo scritto una lettera circolare di auguri di Pasqua, con un piccolo segno – una croce – per tutte le famiglie della Parrocchia.
Abbiamo pensato di invitarli a riflettere su ciò che sta succedendo, per renderli più coscienti della situazione e incentivarli a collaborare con l´autorità sanitaria e civile nella prevenzione del virus, mantenendo uno sguardo di fiducia sul futuro. Abbiamo fatto alcune domande a 5 leaders comunitari, uomini e donne, creando poi con giovani e adolescenti un piccolo teatro in base alle loro risposte per un momento di sensibilizzazione. Il risultato è stato molto incoraggiante!
Nel mese di maggio, abbiamo invitato i parrocchiani a pregare il rosario in famiglia e abbiamo diffuso la lettera di papa Francesco, con un folder in Criolo di spiegazione dei misteri del rosario.
Usando il metodo del “vedere-giudicar-agire”, dopo l´emergenza vorremmo organizzare una celebrazione comunitaria perché sentiamo quanto sia importante celebrare insieme la Vita, per non lasciarsi portare passivamente dagli eventi ma interpretarli e viverli alla luce della fede.
Anche se, culturalmente, per il popolo della Guinea è difficile credere in virus e malattie causate da contagio virale, possiamo testimoniare che si stanno mostrando più coscienti e impegnati a collaborare per proteggersi e prevenire il contagio, per soccorrere i più poveri della comunità e del quartiere senza far distinzione tra musulmani e cristiani.
Come Missionarie dell´Immacolata, svolgevamo già attività nel campo della salute (appoggio a malati di epilessia, ai gemelli e agli orfani). Grazie ad alcune donazioni ricevute abbiamo potuto aiutare con generi alimentari alcune famiglie che son venute a bussare alla nostra porta e, sempre con sr. Cinzia, attraverso la Caritas Parrocchiale e Diocesana, distribuire alimenti per i più poveri.
Anche la tradizione culturale della Guinea Bissau è stata colpita dal virus, perché il popolo ha l´abitudine di mangiare insieme dallo stesso piatto, condividere i bicchieri, vivere le relazioni familiari con molta prossimità. Adesso tutto ciò non è possibile per le misure di sicurezza e distanziamento sociale.
Come si uscirà da questa crisi? Certamente qualcosa cambierà. Sarà necessaria una trasformazione di mentalità e del nostro modo di entrare in relazione, speriamo con ricadute positive.
Vogliamo credere che il Signore della Vita e dell´Universo continua ad accompagnare l´umanità e la Guinea Bissau. Noi, come missionarie, dobbiamo ogni giorno cercare ciò che Dio vuole da noi e continuare a seminare la sua Parola.
sr. Ornella e sr. Eliane, Comunità di Bissorà, Guinea Bissau