CON CHI STIAMO PARLANDO?
sr. Filomena Alicandro
nata a Marina di Minturno il 28/01/1937
missionaria dellâImmacolata dal 1961 e missionaria in Bangladesh dal 1966. Al suo arrivo Ăš stata accolta dalle sorelle arrivate allâinizio della missione nel 1953, ha vissuto in missione nel 1971 insieme alle altre MdI la guerra fra Bangladesh e Pakistan e il dopo guerra, ha dedicato tutta la sua vita al miglioramento della condizione delle donne bengalesi anche attraverso dei Centri di ricamo che aiutassero la loro istruzione e la loro indipendenza economica nelle famiglie.
- Cara sr. Filomena, secondo la tua esperienza, quali sono gli elementi fondamentali di uno stile di vita missionario, che permettono di inserirsi in missione?
Nel 1966, quando sono arrivata, ancora prima della guerra civile che ha dato lâindipendenza al Bangladesh nel 1971, era tutto diverso: la situazione economica delle gente, la povertĂ , la pressione politica, ma era tutto diverso anche per noi missionari, per il nostro inserimento. Non ho infatti imparato la lingua bengalese sui banchi di scuola, ma insieme alle bambine e nella visita alle famiglie, ascoltando, ascoltando⊠e cercando di memorizzare. Il primo inserimento Ăš stato positivo grazie proprio a loro, alle bambine, che mi aiutavano ad apprendere la lingua. Il cibo, la cultura, il clima, ⊠Tante cose sono state difficili allâinizio, ma tutto accettavamo con gioia, per lâentusiasmo e la fede che ci avevano portato lĂŹ, in uno dei paesi piĂč poveri del mondo, per annunciare e comunicare il Signore a chi ancora non lo conosce appieno!
- Quali sono i tuoi consigli per un giovane missionario che si sta inserendo ora in missione?
Il mio consiglio ai giovani missionari Ăš quello di accettare giorno per giorno la vita comâĂš, anche se magari tutta diversa da quella a cui uno Ăš abituato. Ă necessario il tempo, tempo per poter capire piano piano la mentalitĂ della gente. Ricordandosi sempre che qualsiasi cosa ci chiede la vita in missione Ăš sempre al servizio del regno. Io mi sono sempre adoperata per il centro di cucito e ricamo, fin da bambina a casa ricamavo ed Ăš sempre stata una mia passione. Ă stato questo talento donato dal Signore che mi ha permesso di inserirmi nella vita del villaggio, ma soprattutto di contribuire a migliorare la condizione femminile, che in Bangladesh era ed Ăš ancora uno dei nodi piĂč problematici a livello famigliare e sociale. Adesso ancora alcune ragazze ricordano il mio contributo e ringraziano per quellâistruzione che ha cambiato loro la vita e la condizione.
- Quali sono i punti forti, irrinunciabili della vita missionaria, secondo la tua esperienza?
Se guardo a noi, prime missionarie qui in Bangladesh, allora ancora Pakistan Orientale, vedo con chiarezza come noi non fossimo veramente niente di speciale: nessuna istruzione o competenza specifica⊠Eppure con lâaiuto di Dio siamo state presenza semplice e vera di Dio, perchĂ© quello che facciamo, Ăš per il Signore. Penso che sia fondamentale agire e donare con libertĂ , portare avanti attivitĂ e incontri e ogni mansione quotidiana solo come dono per Lui, e non per essere riconosciute o cercate o ringraziate.
Noi missionarie consacrate siamo inoltre un segno nel portare il sacrificio, la povertĂ e la solitudine, nel viverle come scelta deliberata in un paese e in una terra non nostri, ma donati da Dio, dove Lui ci ha mandato. Se allora il sacrificio era piĂč orientato a condividere la miseria e lâindigenza con la gente, oggi, dove forse le condizioni economiche generali anche in Bangladesh in un certo senso sono migliorate (anche se non dappertutto), lo scopo di portare il sacrificio intrinseco nella scelta della vita consacrata Ăš lo stesso, nel vivere la solitudine, la mancanza della famiglia, lâabbandono e la fiducia nella Provvidenza. Ho sperimentato come si puĂČ essere segno eloquente di Dio anche per coloro che sono di altre religioni.
- Se dovessi riassumere in una frase quello che hai imparato in questi quasi 50 anni di Bangladesh, cosa potresti dirci della missione?
La mia esperienza di vicinanza con la gente in Bangladesh potrebbe essere riassunta in questo: essere presenza di Dio nel momento giusto nella vita di ogni famiglia e di ognuno.
La costanza e la semplicitĂ , lâinteressamento benevolo e sincero, fatto per amore di Dio, ne sono i cardini. Io ogni giorno facevo il giro del villaggio, anche senza motivi preannunciati, e in questo modo sono entrata a poco a poco nella vita della gente, fino a conoscere piĂč di tre generazioni di cristiani, qui a Muladuli. La grazia che vive il missionario Ăš lâessere segno della presenza dâamore di Dio nei momenti ordinari della vita della gente. Se siamo davvero presenti, anche la gente ci tiene presente e ci ama.
- Raccontaci un episodio concreto che piĂč ti sembra significativo.
Tantissimi sono i ricordi vivi nella memoria e i motivi per ringraziare il Signore, molti anche personali della vita di ogni famiglia. Posso dire perĂČ che in tante occasioni il Signore mi ha permesso di essere nel âposto giusto al momento giustoâ, o di avere unâintuizione giusta, su ispirazione dello Spirito Santo.
Come una volta che, facendo il giro del villaggio, ho incontrato un uomo molto povero. La sua condizione rivelava che non mangiava da molto ed era solo e non troppo in salute. Io mi sono subito preoccupata di non avere niente da dargli da mangiare, di come tornare in comunitĂ per prendere qualcosa, o di chi chiamare per venirgli in aiuto. Dopo poco capisco che la richiesta che mi faceva, era quella di ricevere la comunione. In quella condizione di indigenza, era un altro il desiderio del suo cuore. Ho avuto giusto il tempo di chiamare il sacerdote, che lo ha incontrato, battezzato e confessato, dandogli poi la comunione, per poi sapere che era morto poco tempo dopo.
Cosa dire? Nellâincontro con la missione dobbiamo essere pronti a lasciarci aprire il cuore da chi incontriamo e anche dobbiamo essere pronti a fare la volontĂ che Dio ci ispira, qualunque essa sia.
Solo allora saremo strumento reale nelle sue mani. Io lo ringrazio dal profondo del cuore per tutto quello che con la sua grazia ho potuto sperimentare in questa lunga vita in missione!
sr. Filomena Alicandro, Provincia Bangladesh