Manipur violences

In mezzo alle violenze in Manipur, noi continuiamo a sperimentare amore, affetto, attenzione, generosità e ci sentiamo accettate e protette dal popolo di Moirang.

Manipur, la terra di Shirui Lily, Sangaideer, è di una bellezza unica per i suoi fiori, per la ricca biodiversità, per le numerose tribù, la ricchezza di culture, di lingue e dialetti che mi hanno affascinata fin dal mio arrivo in questa terra, al nord est dell’India. Ho trovato qui un popolo molto religioso, dedito al lavoro duro, ospitale, generoso e amichevole.

Eravamo alla conclusione degli esami del primo quadrimestre. Gli studenti cercavano di dare il meglio di sé per avere degli ottimi voti e gli insegnanti alle prese per completare le correzioni in modo di poter godere due settimane di vacanze estive. Non avremmo mai immaginato quello che sarebbe successo e come i nostri piani da quel giorno sarebbero completamente cambiati.

In maggio, mese dedicato a Maria, noi suore eravamo solite radunarci nella cappella del campus insieme alle ragazze e ragazzi del convitto per la recita del Rosario. Era la sera del 3 maggio, i padri e i fratelli Gesuiti stranamente non erano presenti e questo ci ha preoccupato. Eravamo quasi alla fine del rosario quando, improvvisamente, una voce dietro a noi incominciò a gridare: “Venite fuori, venite fuori” e così tutti sono scappati verso il proprio convitto.

Noi suore, immediatamente abbiamo chiuso la cappella, siamo uscite e abbiamo visto una grande folla di fronte al cancello della scuola. Non sapendo cosa stesse succedendo, anche noi siamo subito ritornate nel convento e abbiamo trovato il convitto delle ragazze completamente al buio e al silenzio. Anche a noi è stato chiesto di spegnere le luci e chiudere porte e finestre. Ci siamo rese conto che si stava ripetendo quello che era successo nel 1992-1993. La nostra supposizione fu confermata non appena siamo venute a conoscenza di una rissa etnica, nel distretto vicino a noi, fra Kukis, della tribù di Kuki, per la maggioranza cristiani che in genere vivono nella collina e i Meeteis/Meiteis che vivono nella valle e adorano Sanamahi, una divinità locale.

La rissa divenne presto un inferno, coinvolgendo diverse parti dello Stato. Il tentativo del gruppo raccolto dietro il nostro cancello era di sfondare il cancello e di dare alle fiamme la cappella del campus, ma questo tentativo è stato bloccato dalla forte reazione di difesa da parte della gente del posto, dei genitori, degli insegnanti, dei vicini di casa, degli studenti. L’amore e il rispetto per la scuola quel giorno è stato più forte dell’odio e della rabbia che sentivano nei confronti degli assalitori. Di fronte alle lacrime e alla richiesta degli studenti di non attaccare la loro scuola e la cappella, si è verificato un grande successo umanitario.

Quel giorno abbiamo sperimentato l’impatto positivo che abbiamo avuto con il popolo locale attraverso il nostro lavoro educativo, in questo luogo chiamato Moirang. Quella notte hanno fatto la guardia al campus e alla cappella e ci hanno incoraggiate a non temere. Siamo poi state informate che c’era stato un blocco sulla strada e che i padri Gesuiti, che erano stati in un villaggio per la benedizione delle case insieme ai loro studenti che erano con i padri per le loro vacanze, erano stati attaccati, picchiati e la macchina su cui viaggiavano, era stata bruciata. I genitori, gli insegnanti e gli alunni sono andati ad aiutarli e il giorno seguente i padri son potuti ritornare al campus, dopo aver trascorso la notte nella stazione della polizia.

Noi sentiamo di ringraziare quanti quel giorno hanno rischiato la loro vita comportandosi come il buon samaritano. Purtroppo, l’insicurezza continua perché si sentono ripetersi spari di armi e si vede intorno fumo d’incendio. Nonostante tutto, noi continuiamo a sperimentare amore, affetto, attenzione, generosità e ci sentiamo accettate e protette da questo popolo di Moirang. I nostri vicini continuano a venirci a trovare per assicurarsi che siamo salvi. Sono certa che supereremo questo duro periodo affidandoci alle parole del salmista: “Il Signore ti coprirà con le sue penne, sotto le sue ali troverai rifugio, Egli sarà per te scudo e corazza” (salmo 91,4).

Sr. Shainy Rose Kannookadan, Siliguri

Photo: Flickr/lecercle

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