La presenza del nostro Istituto in Africa è iniziata nel dicembre 1971 ad Ambam, nel Sud del Camerun. Questa apertura al continente africano era una risposta al Superiore generale del PIME che chiedeva una collaborazione nel lavoro pastorale che i missionari del PIME stavano portando avanti dal 1968, insieme a preti fideidonum della diocesi di Treviso (Italia).
Le prime sorelle sono state madre Clara Bellotti e sr. Ernestina Ambrosini. Sr. Sandra Croci e sr. Rosanna Palazzolo le avrebbero seguite alcuni mesi più tardi.
Nel mese di maggio nel 1972 abbiamo iniziato il nostro lavoro apostolico con entusiasmo e speranza ad Ambam, una delle missioni più grandi della giovane Diocesi di Sangmelima.
Fin dall’inizio della nostra presenza la situazione della prima evangelizzazione nel Nord Camerun non ci poteva lasciare indifferenti e con gioia abbiamo accettato l’invito a iniziare una presenza nel Nord, a Bibemi, nella vasta diocesi di Garoua.
Ora siamo 28 sorelle che provengono dall’Italia, dall’India, dal Brasile, dal Bangladesh, dalla Guinea Bissau e dal Camerun stesso. A partire dal 2001, infatti, la nostra famiglia missionaria è stata arricchita dalla presenza delle prime sorelle africane.
Siamo impegnate soprattutto nel lavoro pastorale e nellevisite ai villaggi, nei servizi sanitari, nella promozione delle donne e con bambini diversamente abili. Gestiamo un ostello per giovani ragazze che vengono ad Ambam per studiare.
Abbiamo iniziato la nostra presenza in Guinea Bissau nel 1980.
Sr. Odete Christ e sr.Francisca De Andrade dal Brasile Sud, insieme a sr. Renata Napolano e sr. Maristella De Marchi dall’Italia sono state le pioniere.
Nel 2004 abbiamo iniziato ad accompagnare e formare le giovani locali che si sentivano chiamate a far parte della nostra congregazione. Attualmente, abbiamo già una sorella locale che continua la sua formazione in Camerun.
Ci sono oggi nella delegazione 11 sorelle che provengono dall’Italia, dal Brasile e dall’India. Svolgiamo la nostra attività missionaria nel primo annuncio e al servizio della salute di donne e bambini, soprattutto i gemelli. Svolgiamo attività per la promozione della donna e alcune sorelle accompagnano delle scuole statali in autogestione, offrendo formazione e assistenza ai professori locali.
Lavorando insieme alla Chiesa locale per l’evangelizzazione e la promozione umana, cerchiamo di scoprire i semi del Verbo già presenti nelle diverse culture del popolo della Guinea e proclamiamo i valori del Vangelo che parlano alla profondità del cuore umano, offrendo così un contributo essenziale alla trasformazione e all’educazione della mentalità a favore di una cultura di dialogo e di pace.
Nel 2006, su invito di mons. Claude Rault, Vescovo della diocesi di Laghouat-Ghardaïa, il PIME cominciava una nuova presenza in Algeria, a Touggourt.
Grazie alla testimonianza del PIME sulle necessità di una Chiesa locale in contesto totalmente musulmano, ci siamo interrogate anche noi su questo tipo di presenza. In seguito alla visita in Algeria della Superiora Generale, sr. Theresa Pathickal, e della presentazione del progetto al IX Capitolo generale di mons. Claude Rault, nel 2006, è stata accolta la proposta di questa nuova sfida missionaria come un dono e una chiamata ad un nuovo stile di “essere” presenza.
Nell’aprile 2009, in occasione di una nuova visita della superiora generale, sr. Rosilla Velamparampil, l’arcivescovo di Algeri mons. Bader ci invitava anche nella sua diocesi, invito che abbiamo accettato dopo un attento discernimento. Il 29 settembre del 2009 sr. Serena de Stefani partiva per l’Algeria.
Il nostro organismo Comunità dell’Algeria è costituito da tre comunità, quella di Algeri (8/5/2012), quella di HassiMessaoud (18/10/2012), quella di Mascara (23/11/2014).
Ad Algeri ci è affidata la gestione della casa diocesana, che implica l’accoglienza di gruppi a grandissima maggioranza di musulmani, in prevalenza giovani, interessati ad attività umanitarie e aperti a un associazionismo solidale. Varie attività fioriscono attorno alla Casa, sia di promozione sociale sia interne alla comunità ecclesiale.
Nella comunità di HassiMessaoud, abbiamo cominciato visitando le famiglie e ne abbiamo incontrato diverse che portavano il peso nascosto di bambini disabili. Abbiamo iniziato ad aiutarli prima a casa loro, poi accogliendoli da noi, allestendo una sala per le attività, mentre portiamo insieme alle famiglie le loro difficoltà.
A Mascara collaboriamo alla gestione di un centro di promozione femminile e giovanile, con atelier per le donne, un piccolo dispensario, corsi di yoga; partecipiamo a un progetto Caritas per educatrici di scuole materne e visitiamo i malati.
Totalmente impegnate in un dialogo di vita e di opere con persone di fede differente, testimoniamo la possibilità di una convivenza nella pace con un popolo di musulmani, offrendo uno sguardo diverso sulle persone e sul mondo islamico.
Desideriamo approfondire la dimensione spirituale del nostro carisma, in questo contesto dove è viva la memoria di Charles de Foucauld, dei monaci di Tibhirine e degli altri religiosi che hanno dato la loro vita.
La Chiesa a cui apparteniamo e che serviamo è veramente un piccolo gregge che cerca di vivere i valori del regno e attraversa momenti di cambiamento profondo.
Per le relazioni che si creano con i nostri fratelli e sorelle musulmani, sentiamo questa nostra presenza in Algeria “come una risposta gratuita e significativa all’appello della missione ad gentes di oggi, chiamata a testimoniare la fraternità, nel complesso mondo religioso attuale” (dal IX Capitolo generale, 2006).