Chiesa in ascolto, comunità di comunità che si aprono alla missione.

Eccomi di ritorno a Manaus, una Chiesa con la quale ho collaborato per due anni e mezzo, tra il 2010 e la metà del 2012, quando sono stata richiamata in Italia per un servizio alla Direzione Generale.

Tornata in Brasile dopo 10 anni, portavo nel cuore il desiderio di conoscere le nuove sfide ed il cammino di questa Chiesa locale. Mi sono chiesta: “Chi potrei consultare per avere le informazioni che desidero? Vescovi? Troppo occupati…” Ho pensato quindi al coordinatore di pastorale dell’arcidiocesi: Padre Geraldo Ferreira Bendaham, diocesano che da più di 10 anni ricopre questo incarico.

L’ho incontrato ed egli si è messo a disposizione per rispondere alle mie domande, offrendomi tutto il materiale e descrivendomi, in breve, il cammino sinodale dell’Arcidiocesi.

Su richiesta del Cardinale, don Leonardo Steiner, nel marzo 2021 l’archidiocesi di Manaus ha avviato il processo di “ascolto della realtà”, anticipando l’invito del Papa avvenuto nell’ottobre successivo con la convocazione del sinodo universale sulla sinodalità. Lo scopo del processo di ascolto era fare una grande consultazione della popolazione presente sul territorio (città e comunità rurali) per comprendere meglio le nuove sfide e necessità. Il primo passo è stato costituire una commissione che coordinasse tutto il cammino sinodale.

I passi compiuti nel processo di ascolto sono interessanti: il popolo è stato riunito il popolo in gruppi di riflessione (padri, religiosi, famiglie, indigeni, etc.); sono stati organizzati incontri con membri della società per raccogliere il loro parere con l’aiuto di domande specifiche; sono stati elaborati sussidi che hanno orientato il lavoro dei diversi gruppi tenendo conto del loro profilo specifico. Il processo di “ascolto della realtà” è durato un anno.

Al termine della prima fase del processo è stata elaborata una sintesi, in seguito inviata a tutti. La sintesi descrive la realtà dell’arcidiocesi e offre informazioni importanti sulla realtà in cui siamo inseriti, sulle problematiche emerse e presenta inoltre dati statistici reali. Con molta soddisfazione è stata coinvolta la maggioranza della popolazione, circa l’80% dell’Archidiocesi.

Nella seconda fase sono stati eletti rappresentanti in ogni parrocchia e area missionaria che, convocati in assemblea nell’ottobre di quest’anno, hanno partecipato a tre giorni di riflessione e confronto in gruppi. Il discernimento fatto in Assemblea ha portato all’elaborazione delle linee guida a cui ogni parrocchia e area missionaria deve attenersi per definire le proprie piste d’azione.

Nella Chiesa in Manaus, la dinamica dell’ascolto e delle decisioni prese insieme, in assemblee diocesane, non è una novità, si vive questa modalità da circa 40 anni. Il cambiamento introdotto quest’anno è stato identificare non delle azioni concrete o un piano pastorale, ma delle linee guida che dovranno orientare l’azione di ogni realtà ecclesiale presente sul territorio. È un processo di discernimento e presa di decisione che coinvolge la base e la gerarchia perché si cammini insieme verso la missione e si viva il Vangelo in ogni contesto e situazione.

La terza fase, che inizia quest’anno, prevede la costituzione di sotto commissioni per accompagnare lo sviluppo delle azioni concrete in ogni realtà ecclesiale, seguendo le linee guida elaborate ed approvate in Assemblea. Tra i punti importanti delle linee guida emergono la missionarietà, la gioventù, la ministerialità, la formazione, la difesa della vita, l’ecologia integrale.

La prima e più urgente riguarda la missionarietà e la gioventù. Si è rivelato il volto di una Chiesa che vuole essere sempre più missionaria, aperta e desiderosa di andare incontro a coloro che sono lontani, o che si sono allontanati, soprattutto chi sta ai margini, i più poveri. È una Chiesa che vuole camminare con i giovani che ancora sono una buona parte della popolazione, ma che purtroppo sono poco presenti nelle comunità cristiane cattoliche. Non vuole elaborare proposte per la gioventù ma vuole, con loro, tracciare il percorso che più li aiuti ad incontrarsi e soprattutto ad incontrare Cristo che cammina con loro.

È una chiesa, comunità di comunità, che desidera valorizzare e vivere la ministerialità. Vuole vivere ed approfondire la propria fede per mettersi a servizio e per far crescere maggiormente il coinvolgimento dei laici, soprattutto delle donne che sono già molto attive, ma poco considerate. È una chiesa che vuole vivere il dinamismo ed il coinvolgimento di tutti, superare la visione maschilista e la mentalità clericale e che interpella seriamente e mette in discussione le sue strutture gerarchiche.

La richiesta di formazione continua è un grande appello del mondo laicale. Si vuole collaborare, crescere e costruire cammini formativi contando con la collaborazione delle facoltà cattoliche ed altre istituzioni educative presenti sul territorio. Si è pensato in una “casa di formazione per laici” perché anche loro possano avere un luogo di riferimento per corsi ed approfondimenti. Inoltre è emersa più chiaramente la necessità di dare una particolare attenzione alla liturgia perché sia maggiormente compresa e inculturata, perché rifletta aspetti propri dell’espressione culturale locale.

Si desidera dare più attenzione al servizio alla vita, soprattutto nella difesa degli ambiti in cui è maggiormente minacciata. Si sta facendo già molto, ma non pare sufficiente. È sorta la proposta di costituire un vicariato specifico che segua questa dimensione con particolare attenzione.

La Chiesa in Amazzonia raccoglie l’appello che sorge nella Laudato Sii e in Querida Amazonia, ossia prendersi cura della casa comune. Sono due gli aspetti a cui si desidera dare maggiore attenzione: l’ecologia integrale e le popolazioni originarie. Gli indigeni presenti nella zona urbana sono circa 40.000 che, ormai lontani dalle proprie tribù, si sono inseriti nella città, tentano preservare le proprie tradizioni e le proprie lingue, ma sono ancora molto vulnerabili.

Infine è una Chiesa che si mostra desiderosa di vivere la solidarietà e la condivisione anche attraverso il contributo dei fedeli per sostenersi economicamente. Pur essendo una chiesa povera si vuole impegnare e crescere nella corresponsabilità, dando la “decima”, per divenire sempre più autonoma e camminare con le proprio forze, portando avanti il cammino dell’evangelizzazione e la manutenzione delle proprie strutture con le proprie risorse umane ed economiche.

Non è stata inoltre dimenticata la priorità della comunicazione, considerata una dimensione fondamentale che attraversa tutte le realtà. È importante vivere la comunione e mantenersi collegati, nonostante le grandi distanze che separano le periferie dal centro, la città dalle zone rurali.

Questo lavoro costruito insieme sarà la base per il prezioso contributo di questa chiesa locale alla Conferenza dei Vescovi in Brasile e all’incontro a livello continentale che riunirà i Paesi dell’America Latina e Caraibi.

L’esperienza di sinodalità vissuta è stata un prezioso esercizio per superare le proprie visioni personali, per educarsi a vivere la fraternità e l’uguaglianza nell’esercizio di ascolto di gruppi diversi, vescovi, sacerdoti, religiosi e laici, in una prospettiva più vicina al Vangelo.

Per fare esperienza di sinodalità è stato necessario spogliarsi di ogni forma di potere, superare preconcetti e atteggiamenti di discriminazione, contrapporsi ad una cultura egoista per mettere Gesù al centro, ritornare ad essere più umani e aderenti al Vangelo. È stato un vivere e confortarsi come fratelli e sorelle. È stata una chiamata che ha permesso di immergersi in una spiritualità più profonda ed incarnata.

Lo stile sinodale è il cammino della Chiesa di oggi che desidera ascoltare, includere e superare la visione mondana della vita e la mentalità dello scarto, per essere una Chiesa in uscita, aperta alle sfide della missione.

 

 sr. Rosanna Marchetti, provincia Brasile Nord

Foto: Assessoria de Comunicação da Arquidiocese de Manaus

 

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