Ci sono momenti nella storia in cui il tempo rivela legami profondi tra passato e presente. Il 2025 è stato per noi come uno di questi momenti densi di memoria, un anno in cui tre fili si sono intrecciati in un unico tessuto di grazia: il Giubileo ordinario della speranza, l’apertura del Novantesimo anniversario della nostra Congregazione l’8 dicembre, e il centenario della visita di Madre Igilda, nostra fondatrice, a Roma durante il Giubileo del 1925. Tre eventi che si aprono come porte su territori interiori, inviti a sostare nei luoghi dove la chiamata di Dio ha preso forma nella vita delle nostre fondatrici.
Il “Pellegrinaggio nel cuore delle origini” è nato come risposta contemplativa a questo intreccio di memorie. Dieci tappe che hanno ripercorso i momenti significativi della nostra fondazione, un itinerario che ogni comunità nel mondo ha vissuto secondo le proprie possibilità, adattandolo ai contesti locali, alle geografie diverse delle nostre missioni. A Roma, in particolare, abbiamo camminato sulle stesse strade che Madre Igilda percorse nel 1925, quando il suo cammino vocazionale stava prendendo forma in un tempo di ricerca e discernimento. Quelle strade, un secolo dopo, sono diventate per noi luoghi di memoria, spazi di dialogo con le nostre origini non come con un passato remoto, ma come con una sorgente che continua a zampillare.
Percorrere questo itinerario significa riconoscere che i primi passi compiuti con speranza e ardore missionario nel 1936 continuano a risuonare nelle nostre vite, nelle scelte quotidiane, nella fedeltà alle periferie del mondo dove siamo chiamate. Il camminare insieme ha incluso anche chi, per età o malattia, ha potuto percorrere questo pellegrinaggio solo tra le mura della propria stanza: anche questo è pellegrinaggio, il movimento interiore verso il centro, verso quel nucleo di appartenenza che ci costituisce come famiglia missionaria.
Mentre concludiamo questo Anno giubilare, portiamo con noi le risonanze di questo cammino condiviso. Il pellegrinaggio nel cuore delle origini ci ha insegnato ancora una volta che camminare insieme è molto più che muoversi nello spazio: è entrare in un orizzonte spirituale dove passato, presente e futuro dialogano, dove la memoria si fa profezia, dove la speranza è forza trasformativa che ci spinge verso nuove frontiere missionarie fedeli all’ardore che animò i primi passi delle nostre fondatrici.
Sr. Emanuela Nardin, comunità Direzione Generale













