Papa Francesco ha chiesto che il Documento Preparatorio del Sinodo per l’Amazzonia sia strumento di lavoro da parte delle comunità cattoliche, alla base,
e che possa arrivare nei luoghi più lontani e dispersi della regione. Il Papa desidera ascoltare proprio la voce dei popoli dell’Amazzonia. Desidera ascoltare non solo il lamento, le difficoltà, le sfide delle varie realtà, ma anche le proposte che indicano nuovi cammini verso una Chiesa dal volto amazzonico. Rispondendo a questo appello del Papa, l’Archidiocesi di Manaus sta organizzando degli incontri per lo studio del Documento in preparazione al Sinodo nelle diocesi, parrocchie, aree missionarie e comunità.
Così, il 14 novembre, nell’Area Missionaria Monte degli Ulivi, alla periferia di Manaus, ci siamo incontrati in ascolto del Sinodo. All’incontro hanno partecipato una cinquantina di animatori e di persone impegnate nelle varie pastorali esistenti nelle aree missionarie del Settore pastorale Padre Ruggero Ruvoletto.
La signora Patrizia Cabral, presidente del Consiglio dei Laici dell’Archidiocesi di Manaus, ha presentato il Documento del Sinodo, che è composto da tre parti, corrispondenti al metodo ‘vedere-giudicare-agire’. Nel Documento preparatorio si trovano anche delle domande per favorire il dialogo e la lettura della realtà. La facilitatrice ha dato inizio al lavoro presentando un’analisi della situazione, in modo particolare dell’Amazzonia brasiliana, sottolineando poi identità e grida della Pan-Amazzonia, e la necessità di una conversione pastorale ed ecologica davanti alle sfide esistenti. Dopo la presentazione generale, i partecipanti si sono riuniti in tre gruppi, chiamati Vedere, Giudicare, Agire, scegliendo ciascuno tre domande del questionario per la riflessione, dialogo e proposte.
Durante la condivisione, sono state evidenziate alcune realtà, come l’assenza della celebrazione eucaristica in molte comunità lungo i fiumi e la necessità di pensare ministeri laicali come presenza di Chiesa in quei luoghi. È stata sottolineata anche l’importanza della condivisione e della riflessione sulla vita ecclesiale, sociale ed ecologica nella regione amazzonica, dando il giusto valore ai ministeri cristiani già esistenti nelle comunità, per la maggior parte laici e laiche che accompagnano da vicino la vita delle persone in comunità che il sacerdote riesce a visitare solo una volta al mese e all’anno. Sarebbe significativo da parte del magistero della Chiesa pensare modi alternativi per riconoscere il loro lavoro.
Una partecipante ha sottolineato che: “Anche la presenza delle donne è di fondamentale importanza per la vita della comunità, visto che sono la maggior parte nelle attività, e anche per il loro carisma e docile pazienza in certe situazioni. Per questo, devono essere ascoltati di più nella preparazione al Sinodo uomini e donne che vivono direttamente la vita delle comunità”.
Durante l’incontro, sono state menzionate anche le minacce e le difficoltà per la vita, il territorio e la cultura, come la deforestazione selvaggia, i grandi incendi, i cambiamenti climatici, i flussi migratori verso le città di popolazioni indigene, di quelle che vivono lungo i fiumi e quilombolas (comunità di discendenti dagli schiavi di origine africana), l’aumento della disoccupazione, dei mendicanti e della prostituzione, la perdita di identità culturale…
È stato poi sottolineato come la Chiesa dovrebbe aiutare le comunità a valorizzare le ricchezze esistenti nella terra amazzonica, a cominciare dalla liturgia, dalle celebrazioni ecc. Dovrebbe anche aiutare la popolazione a rendersi conto dell’importanza di salvaguardare la creazione e abolire l’uso di materiale usa e getta, cominciando dalle proprie comunità e dagli eventi con refezioni.
Abbiamo concluso cantando questa bella canzone del gruppo musicale regionale “Raízes Caboclas”, che dà un messaggio valido per tutti:
Comunione della Terra
“È ancora tempo di amare senza frontiere,
che l’amore sia la bandiera di unità del mondo intero.
E io credo ancora che questi colori separati saranno fiori profumati in un unico giardino.
È ancora tempo di vedere che la speranza non è semplicemente una voluta di fumo nell’aria.
E io sogno ancora che il sole della nuova era, coronando la grande attesa, sia la luce di un nuovo vedere.
Io canto alto questa canzone che racchiude, comunione della Terra, unendo i cortili, ma chiedo al Creatore che ha fatto l’umanità, perché così diversi per essere uguali”.
Sr. Rosiene Gomes – Província Brasil Norte