EDITORIALE

Il Vangelo si annuncia per attrazione, aveva detto Benedetto XVI nel santuario di Aparecida, in Brasile. Questi giovani sono stati attratti da una testimonianza di vita vera. E grazie a loro, oggi il volto della missione ha cambiato colore, ha assunto le tinte della pelle del mondo
“Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato” (At 4,21) è il titolo e il tema del messaggio del Santo Padre per la giornata missionaria del 2021. Un tema che si incarna nella vita dei missionari del Pime e delle missionarie dell’Immacolata che, partiti dai loro Paesi di origine, sono approdati in terre lontane per annunciare ciò che hanno “visto e ascoltato”. Nelle pagine seguenti alcuni nostri missionari di Chiese non europee – dall’India al Brasile alla Guinea-Bissau – raccontano di aver a loro volta “visto e ascoltato”, negli anni giovanili, membri del Pime che hanno parlato loro del Vangelo e sono stati testimoni di una vita spesa in modo diverso, lontani dalla loro patria, pronti a dare tutto per i popoli a cui erano stati mandati. Da questa testimonianza sono nate nuove vocazioni, vite di sacerdoti, suore e laici che hanno aderito al carisma dell’Istituto.

Il Vangelo si annuncia per attrazione, aveva detto Benedetto XVI nel santuario di Aparecida, in Brasile. Questi giovani sono stati attratti da una testimonianza di vita vera. E grazie a loro, oggi il volto della missione ha cambiato colore, ha assunto le tinte della pelle del mondo. Così il Vangelo continua a essere annunciato ai quattro angoli della Terra.

Le voci raccolte in queste pagine sono una grande provocazione per noi cristiani in terra italiana. Anche noi “non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato”: dobbiamo quindi annunciare la Buona Novella a chi non ha più occasioni di sentire la Parola, a chi non vede più le opere della fede perché non è più capace di riconoscerle.

A Milano sono nati, e stanno nascendo, nuovi quartieri. Uno di questi, City Life, poco lontano dal nostro Centro missionario, la domenica mattina pullula di gente che passeggia per i suoi vialetti e le sue piazze. Ma in questi spazi non c’è una chiesa e non ci sarà nelle nuove aree residenziali che nasceranno.
Così è anche in molte altre città italiane. È il segno che l’uomo moderno occidentale non ha più bisogno della religione, ne fa volentieri a meno. Eppure anche in questi contesti dobbiamo dare la possibilità, a chi li frequenta, di ascoltare la Parola e vedere le opere della fede. Per questo noi cristiani siamo chiamati oggi a un modo diverso e nuovo di stare nella società occidentale: andando oltre i luoghi dedicati all’esperienza religiosa, abbiamo dunque le piazze da abitare.
Ma per poter abitare le piazze mostrando la fede e raccontando la Parola vivente dobbiamo essere noi prima abitati da Cristo e dal suo corpo che è la Chiesa. Il quartiere di City Life e le nuove piazze senza chiese aspettano fedeli che siano “Cristofori”, veri portatori di Cristo, per permettere a chi li frequenta di ascoltare e vedere ciò che noi abbiamo visto e ascoltato. Non possiamo permetterci di tacere.

Mario Ghezzi, Mondo e Missione di ottobre 2021

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