Roma, 5 giugno 2022
Solennità di Pentecoste
Carissime sorelle,
la Solennità di Pentecoste è una delle feste a noi più care perché in essa celebriamo l’inizio della missione della Chiesa nel mondo. Gli apostoli, rinchiusi nella loro paura, vedono aprirsi le porte del Cenacolo: le lingue si sciolgono, i cuori si allargano alla dimensione del mondo. Gesù lo aveva loro annunciato: “Quando verrà il Consolatore, che io vi manderò dal Padre, egli mi renderà testimonianza. E anche voi mi renderete testimonianza (Gv15,26). Essi realmente hanno dato testimonianza perché non hanno avuto paura di predicare Gesù nel tempio, al popolo, in carcere e nelle persecuzioni.
Ma la testimonianza apostolica che più ci attrae, ci ispira e ci spinge è quella che esprime esplicitamente il carattere universale della loro missione. Cristo invia gli Apostoli “in tutto il mondo” (Mc 16, 15), a “tutte le nazioni” (Mt 28, 19; Lc 24, 47), “fino agli estremi confini della terra” (At 1, 8) per vivere e testimoniare il Vangelo della fraternità universale, espressione con la quale ci è piaciuto descrivere nelle Costituzioni il contenuto dell’invio missionario (C 64).
Lungo i secoli schiere di donne e di uomini hanno seguito l’esempio degli apostoli testimoniando con la loro vita l’universalità del Regno. Chi tra noi, qualche domenica fa, ha partecipato in piazza San Pietro alla canonizzazione di dieci nuovi Santi, ha respirato nell’aria questa universalità. Tra questi nuovi santi due in particolare si possono definire: “Santi che uniscono tutti”. Devasahayam, un alto funzionario reale del Tamil Nadu, in India, che nel Settecento si convertì al cristianesimo predicando l’uguaglianza senza distinzioni, e Charles de Foucauld, “…persona di profonda fede, il quale, a partire dalla sua intensa esperienza di Dio, ha compiuto un cammino di trasformazione fino a sentirsi fratello di tutti” (Fratelli tutti, 286).
I nuovi Santi ci mostrano che la fraternità universale non è un sogno, un’utopia, ma è una realtà ancorata all’amore di Cristo; realtà che sentiamo tipicamente nostra: “L’esperienza di quanto è buono il Signore con noi ci porta a donarci senza riserve per far conoscere a tutti, con la vita, la parola e la carità, l’amore universale e gratuito del Padre” (C 9).
Il loro esempio, insieme a quello delle nostre fondatrici, sia per tutte noi modello di amore senza distinzioni e senza calcoli e in particolare lo sia per le sorelle che oggi ricevono la destinazione e partiranno per la prima volta.
Ecco i nomi delle sorelle destinate:
Sr. Valeria Ducatelli | dalla provincia Italia | alla comunità di Tunisi |
Sr. Aruna Paidi | dalla provincia Vijayawada | alla provincia Camerun |
Sr. Cecilia Dangmei | dalla provincia Siliguri | alla provincia Papua Nuova Guinea |
Sr. Ramila Vadakhiya | dalla delegazione Delhi | alla delegazione Guinea Bissau |
Carissime sorelle partenti, la nostra famiglia missionaria vi sostiene e vi accompagna nella partenza, espressione più bella del dono di noi stesse per la missione.
Il vostro cuore si apra fin d’ora ai popoli ai quali siete inviate, per riconoscere il bene e la bellezza che il Padre ha seminato in ciascuno di essi, per stringere legami di unità, di progetti comuni, di speranze condivise.
Maria Immacolata, Regina degli Apostoli, ci faccia apostole della bontà!
Buona Festa Missionaria!
Sr. Antonella Tovaglieri
Responsabile generale