Mi chiamo Chandana e vengo dal Bangladesh. Da piccola custodivo il desiderio di diventare suora, ma non sapevo in quale congregazione. Ho conosciuto le Missionarie dell’Immacolata durante le estati che passavo da mia zia, mi piacevano molto ed ho iniziato a pensare che fosse proprio quella la congregazione giusta per me. Questo pensiero divenne convinzione quando le suore organizzarono un incontro nella mia parrocchia, lì ho incontrato sr. Gertrude che ci ha raccontato la vita delle missionarie ed ha condiviso con noi la sua esperienza: mi colpivano la sua gioia e la sua simpatia. In quell’occasione abbiamo anche visto un film su p. Damiano de Veuster, il missionario di origine belga che ha speso la vita per i lebbrosi a Molokai, nelle Hawaii (conosciuto infatti come l’apostolo dei lebbrosi), che mi ha fatto chiaramente capire il mio desiderio della missione e la mia vocazione.

Due anni dopo entravo tra le Missionarie dell’Immacolata. Mio padre, che mi accompagnò, disse alle suore: “Da oggi mia figlia è vostra figlia, io la offro al Signore”. Quella frase mi colpì molto e ancora oggi la ricordo con affetto. Il mio cammino di formazione è stato molto lungo e non privo di difficoltà. Delle mie compagne io mi sentivo la meno intelligente e la meno capace e non sapevo se avrei avuto le doti per diventare una vera missionaria; tutte mi sembravano più brave di me. Spesso pregavo: “Signore Dio, se vuoi, fammi realizzare la tua volontà nella mia vita”. Col tempo, però, tutte hanno preso altre strade e sono rimasta solo io. Il Signore mi stava chiamando davvero!

Durante il noviziato ho fatto esperienza di evangelizzazione nei villaggi. Mi colpiva molto vedere la povertà umana e materiale delle persone e ancor più mi dispiaceva pensare che nessuna di loro conoscesse il Vangelo. Mi ricordai allora delle parole di Gesù: “La messe è molta, ma gli operai sono pochi” (Mt 9,37).

Al termine del noviziato, nel 2007, sono diventata Missionaria dell’Immacolata, portando nel cuore queste parole di ringraziamento e di lode: “O Dio, mio Re, voglio esaltarti e benedire il tuo nome in eterno e per sempre. Ti voglio benedire ogni giorno, lodare il tuo nome in eterno e per sempre” (Sal 145,1-2).

Dopo la professione la mia prima ‘destinazione’ è stata l’Italia: sono stata chiamata a studiare Teologia a Roma. Qui ho sentito forte la chiamata di Gesù a fare la sua volontà, per conoscerlo di più, ed ora sono molto lieta d’essere destinata ancora una volta, sempre più lontano, in Camerun…E’ qui che il Signore mi chiede di realizzare il nostro carisma: “…la viva passione per l’annuncio del Vangelo a tutte le genti.” Ora, sono nella mia terra missionaria con tanto entusiasmo e gioia per annunciare la Buona Notizia del Vangelo ad essere una testimonianza d’Amore.

Il mio inserimento in missione non è stato facile a causa della lingua nuova da imparare e della cultura così diversa dalla mia; ma ho abbracciato la fatica e l’impegno con tanta gioia e felicità. Ho trovato un aiuto grande nella testimonianza di fedeltà e perseveranza delle suore e dei padri del PIME che sono sia in Bangladesh che in Camerun.

Rendo grazie al Signore per tutto quello che mi ha donato e chiedo a Lui che mi dia la grazia di essere una piccola semente del Suo Amore per il suo Regno seminando la sua Parola tra questi fratelli e sorelle che lui ha scelto per me.

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