Speranza è la parola che accompagna il Giubileo iniziato nella notte di Natale con l’apertura della Porta santa della basilica di San Pietro. Nel messaggio per la Giornata mondiale della pace che dà inizio all’anno nuovo, Papa Francesco fa riferimento proprio a uno dei temi forti del Giubileo, quello della cancellazione del debito pubblico dei Paesi più poveri. E dunque, la speranza più urgente oggi – quella della pace – potrà essere realizzata se si fermeranno le guerre e se verrà condonato il debito che deruba interi popoli del diritto alla vita.
Nella visione proposta dalla Bibbia, nell’anno giubilare avvengono cose straordinarie: ognuno torna nella sua proprietà e nella sua famiglia e anche la terra è dispensata dal ciclo produttivo. La cancellazione degli effetti drammatici dell’indebitamento e della schiavitù (considerati fenomeni equivalenti) porta alla libertà e all’uguaglianza attraverso il ristabilimento secondo giustizia dei rapporti tra le persone e con la terra. Ogni cinquant’anni, tutto ritorna al punto di partenza: è questa la profezia biblica. Ma non è un ritorno al passato, piuttosto l’affermazione che nessuno è veramente proprietario di alcunché e che tutto ci è stato dato in dono.
Il Giubileo, nella sua ispirazione biblica, è proprio questo: riportare, simbolicamente ed effettivamente, l’umanità e la terra che la ospita al senso dell’origine, al primato di Dio generatore di vita. Un evento che dice l’uguaglianza tra gli esseri umani, tutti allo stesso modo portatori dell’immagine del loro creatore. La terra e quanto la abita non sono oggetti a disposizione, ma realtà vive che hanno diritto al riposo.
La cancellazione del debito non è dunque una magnanimità, ma il ripristino dell’uguaglianza iniziale, la restituzione al povero di ciò che gli appartiene. I rapporti di forza economici e politici basati sullo sfruttamento e sull’oppressione sono un pervertimento del progetto originale della creazione e della volontà di Dio. Gesù fa suoi questi temi e descrive la sua missione come l’inaugurazione di un anno di liberazione e di misericordia, ovvero di giustizia.
Certo, nella storia biblica un Giubileo così rivoluzionario non è mai stato concretamente attuato. Si tratta piuttosto di un’aspirazione profetica, di un ideale che ci sta sempre davanti, che potrà essere realizzato solo nella Gerusalemme celeste. Ma non dobbiamo rinunciare alla speranza anche in questo mondo: pace, remissione del debito e riposo della terra sono profondamente legati alla speranza, e in questo numero ne mostriamo l’attualità e l’urgenza. Buon Giubileo a tutti voi, cari lettori e lettrici.
Gianni Criveller, Mondo e Missione di Gennaio 2025