In occasione del giubileo della comunicazione il Santo Padre esorta: «Raccontate storie di speranza, storie che nutrono la vita. Il vostro storytelling sia anche #HOPETELLING. Quando raccontate il male, lasciate spazio alla possibilità di ricucire ciò che è strappato, al dinamismo di bene che può riparare ciò che è rotto. Seminate interrogativi.
Raccontare la speranza significa vedere le briciole di bene nascoste anche quando tutto sembra perduto, significa permettere di sperare anche contro ogni speranza.
Significa accorgersi dei germogli che spuntano quando la terra è ancora coperta dalle ceneri. Raccontare la speranza significa avere uno sguardo che trasforma le cose, le fa diventare ciò che potrebbero, che dovrebbero essere. Vuol dire far camminare le cose verso il loro destino.
È questo il potere delle storie. Ed è questo che vi incoraggio a fare: raccontare la speranza, condividerla. Questa è – come direbbe San Paolo – la vostra “buona battaglia”».
Cogliamo anche questo invito del Santo Padre a raccontare storie del nostro quotidiano, i nostri piccoli segni di speranza lungo le vie della missione che percorriamo ogni giorno in Camerun, Guinea Bissau, Algeria, Tunisia, Ciad, Brasile, India, Bangladesh, Hong Kong, Papua Nuova Guinea, Indonesia, Italia, Londra.
Djalingo (Camerun). Il centro di riabilitazione Giuseppina Rodolfi promuove dignità e indipendenza, seguendo l'esempio di Gesù.