La Domenica Missionaria di quest’anno nella parrocchia di San Lukas, ad Apau Kayan, in Indonesia, è stata davvero un momento di grazia e di gioia, una celebrazione che rimarrà a lungo nei nostri cuori. Per la prima volta, la nostra parrocchia ha osservato questo giorno speciale con un fervore e uno zelo missionario così profondi, segnando una pietra miliare nel nostro cammino di fede come comunità. L’intera liturgia è stata preparata magnificamente con la collaborazione dei nostri giovani, il cui entusiasmo ha riempito la chiesa di vita e colore. La celebrazione ha ruotato attorno ai temi della speranza, della Parola di Dio e della nostra responsabilità battesimale di condividere la missione di Cristo. L’introduzione alla Messa ha incluso una presentazione simbolica dei cinque continenti, che ci ha ricordato la missione universale della Chiesa e la nostra chiamata a pregare per tutti i popoli. La colorata processione che è seguita è stata uno spettacolo di fede in movimento, un vero riflesso della nostra unità e diversità.
Durante l’omelia, p. Raffaele Manenti e io abbiamo condiviso il messaggio di Papa Francesco per la Giornata Missionaria Mondiale 2025, invitando tutti a diventare “missionari della speranza”. Abbiamo riflettuto su come la preghiera dia vita alla missione e su come ogni battezzato, ovunque si trovi, sia chiamato a irradiare la luce e l’amore di Cristo. L’intronizzazione della Bibbia è stato un momento profondamente toccante, che ha posto la Parola di Dio al centro della nostra celebrazione e della nostra vita. I bambini, pieni di gioia e curiosità, hanno aggiunto un fascino speciale alla giornata. Hanno imparato e recitato con entusiasmo i nomi dei dodici apostoli, ricevendo piccoli doni come segno di incoraggiamento. A ogni bambino è stato dato anche il nome di un continente per cui pregare, un modo semplice ma profondo per collegarlo alla missione universale della Chiesa.
Uno dei momenti più forti è stato il Rosario Missionario, recitato insieme come un’unica famiglia di fede. Ogni decina rappresentava un continente diverso, collegando la nostra piccola parrocchia alla grande missione della Chiesa in tutto il mondo. Mentre pregavamo, ho provato un profondo senso di comunione, come se le nostre umili voci si unissero a innumerevoli altre in tutto il mondo in una grande sinfonia di fede e amore.
La celebrazione non si è conclusa tra le mura della chiesa. Più tardi, quel giorno, sono stata invitata in una casa musulmana per un momento di preghiera. Insieme abbiamo recitato il Santo Rosario e condiviso un servizio di preghiera spontaneo. Citando Romani 10,9-10 – “Se con la tua bocca proclamerai: «Gesù è il Signore!», e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo”. Ho assistito a qualcosa di veramente bello: la luce della speranza che brillava nei loro occhi. È stato un incontro sacro, che mi ha ricordato che l’amore di Dio non conosce confini e che il suo Spirito si muove dove vuole.
Quando la giornata si è conclusa, il mio cuore ha traboccato di gratitudine. Ho sentito una rinnovata convinzione che ogni momento, ogni incontro, può diventare un momento di missione, se vissuto con amore. In verità, Gesù, il primo e più grande evangelizzatore, continua a usare anche gli strumenti più deboli per dare vita al suo Regno. Con profonda gioia e umiltà, ringrazio il Signore per avermi permesso di far parte di questa celebrazione vibrante e piena di speranza, dove i cuori sono stati toccati, la fede è stata approfondita e la fiamma missionaria ha bruciato più luminosa che mai.
Sr. Namita Louis, Indonesia















