Missionaries in Independência

Una piccola presenza in un territorio estesissimo: Independência, piccola città nel cuore del semiarido nordestino, nello stato del Ceará. È così la nostra presenza in un’area parrocchiale de 3.300 km, su una terra arida e bruciata dal sole per 9 mesi l’anno. I mesi d’inverno sono soltanto 3, così definito non perché arrivi il freddo, ma perché segnato dalla pioggia, quando São José, il patrono di questo stato, intercede con benevolenza. Un segno semplice, il nostro, della vicinanza concreta del Signore che non vuole si perda nessuno di coloro che il Padre gli ha dato. Di fatto la popolazione è poca, poco più di 21 mila abitanti distribuiti fino a 65 km dal centro della città, nelle più di 60 comunità rurali dell’interno.

Missionaries in Independência

La realtà sociale è complessa, anche perché le autorità politiche del municipio, in carica da troppi, lunghissimi anni senza alcun interesse per la reale situazione dei più “piccoli”, lascia molte famiglie abbandonate a sé stesse e ai pochissimi ricorsi, soprattutto nei lunghi tempi di siccità. La cittadina non ha fabbriche, né industrie, nessuna offerta lavorativa, né possibilità di studio oltre la scuola dell’obbligo. Nell’area rurale si vive di agricoltura, quando la pioggia permette la semina e il raccolto, e allevamento di piccoli animali quando possibile. In questi ultimi anni il municipio, finora nascosto agli interessi dei grandi trafficanti di stupefacenti, è stato occupato da alcune fazioni che si muovono guerra contendendosi il dominio del territorio ancora “incontaminato” dal commercio della droga, provocando così il coinvolgimento (e la morte violenta!) di molti adolescenti e giovani, a cui purtroppo la realtà concreta non offre molte alternative. La mancanza di opportunità causa sfiducia nei ragazzi, mancano le motivazioni per “volare alto” e così, dopo la scuola dell’obbligo, le comunità si svuotano. Restano gli adulti e gli anziani, mentre i giovani lasciano la città e il proprio stato in cerca di lavoro o possibilità di studio altrove.

Missionaries in Independência

sr. Rosangela, sr. Vivian e sr. Sonia

Cosa fanno qui tre Missionarie dell’Immacolata di tre continenti diversi? Proviamo a camminare con la gente, apprendendo il loro passo, il loro tempo, il loro ritmo. La vita si snoda tra le tante attività pastorali, ma con un unico intento: incontrare la gente, uscire per raggiungere tutti. Proviamo a lasciare alle spalle il “conforto di una casa” per metterci in marcia su strade sterrate e divorare letteralmente chilometri polverosi per trovare chi attende una visita, una parola, una presenza. Stare con, abitare presso il pozzo del cuore di ciascuno, come “cercatrici” di perle preziose e nascoste tra i piccoli del Vangelo che spesso non hanno avuto nessuna possibilità per scoprirli ed esprimerli. Talenti naturali per l’arte, la musica, la poesia, il canto, l’humor: sono figli di questa terra i maggiori comici, poeti e artisti brasiliani! Dalla convivenza con la dura lotta quotidiana scaturisce un’autentica capacità di resistere alle “intemperie” della vita e generare vita nuova!

Proviamo ad accompagnare i processi di una Chiesa che desidera essere sempre più sinodale e missionaria: l’equipe pastorale, così come il suo consiglio parrocchiale è composto, fin dalle sofferte origini della Diocesi di Crateus nel 1964, data dell’inizio della dittatura militare, da laici, Padri e comunità di vita consacrata che insieme provano a pensare cammini pastorali a partire dalla vita delle piccole comunità. Così c’è spazio per la creatività, per osare novità, per entrare nelle scuole e incontrare i dubbi e le fatiche dei ragazzi, per celebrare le tappe della vita dal suo nascere al suo morire, per ascoltare le difficoltà delle famiglie, ma soprattutto per scoprire che le persone che ci accolgono con immensa gioia nelle proprie case, godono nel donare e condividere tutto ciò che hanno con le “sorelle che sono venute per abitare con noi”.

Missionaries in Independência

Un esempio fra tanti: dopo la celebrazione in una comunità, sotto umo stupendo cielo stellato, santuario naturale che ci riporta al Creatore, Dona Maria, che ci accoglie in casa sua per la cena, apre il suo vecchio frigorifero, prima di rimetterci in strada. È praticamente vuoto, ma vi ha appena messo alcune uova delle sue galline che corrono libere davanti a casa. Senza esitare un istante le mette tutte in una latta e ce le offre con un largo sorriso. È il suo dono per noi che siamo arrivate fino a lei. Non ci è difficile ricordare la vedova del Vangelo che “ha messo tutto quanto aveva per vivere” nel tesoro del tempio.

La dura convivenza con la siccità, l’arsura della terra dove soltanto il xique-xique (un tipo di cactus tipico) resiste, contrasta con l’abbondanza del dono generoso che sgorga dal cuore di chiunque ci accoglie come figlie, madri, sorelle e che riempie di gratitudine la nostra vita missionaria. Che ci insegna a condividere ciò che siamo, senza timore di essere piccole dinanzi alla grandezza dei semplici e prediletti di Gesù.

Sr. Sonia Sala, Provincia Brasile Sud

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