Nel 1962 un gruppo di giovani inizia il cammino di formazione nel Noviziato del Boschetto: un gruppo che, poi nel tempo, perde qualche unità, ma che pur distinguendosi dalle differenze di provenienza, abitudini, cultura ecc… cammina sempre in comunione e nella passione missionaria.

La maggiore del gruppo, abile e sempre pronta nel lavoro, stampo delle sue origini sarde, da Giovanna, nome del battesimo, alla Professione diventa sr. Lidia, come la donna che, aperto il cuore al Vangelo, accoglie Paolo e i discepoli nella sua casa.

E il cuore di sr. Lidia è sempre un cuore aperto e pronto ad accogliere, senza limiti, le richieste e il bisogno degli altri, prima in Italia poi nel suo amato Bangladesh.

Nel gruppo c’è chi può testimoniare di avere avuto in sr. Lidia, fin dai primi giorni di Noviziato, la mano sicura ed esperta nell’insegnare i lavori di casa e, soprattutto, la disponibilità alle disposizioni che spesso le giovani novizie faticavano ad accettare e compiere.

Sr. Lidia sperava di realizzare subito il sogno della missione, ma la salute fragile sembra un ostacolo al suo desiderio. Comunque accetta, serena e pronta le varie destinazioni nelle comunità in Italia per i vari servizi in cui può dimostrare sempre la sua generosità e capacità.

Finalmente, la sua gioia esplode ricevendo la destinazione e, il 30 ottobre 1973 arriva in Bangladesh dove subito si sente a casa, impara la lingua e si immerge in un mondo nuovo, ma che a lei sembra conosciuto da sempre. Un giorno scrive: “In missione c’è un Signore “speciale”, non perché Lui sia diverso, ma perché ti è dato il coraggio di fare cose che in Italia non faresti mai! In Bangladesh ho compreso in modo nuovo la verità del Vangelo. Gesù è spesso attorniato dalla folla, come è vero per me ogni giorno: sentire la sua compassione per questo gregge di persone e non poter parlare per rispetto alla loro religione”.    

Ad un’amica descrive la sua più grande passione: “Vivere nel lebbrosario di Boldipukur: il mio lavoro si svolge soprattutto tra i lebbrosi del dispensario e in una clinica per bambini, attività che più di ogni altra mi ha dato la possibilità di incontrare le famiglie musulmane che costituiscono la quasi totalità del Paese. È stato molto importante per me, ho capito che la nostra presenza tra loro era fondamentale. Curare indistintamente cristiani e musulmani significava dare una forte testimonianza d’amore senza barriere, ne differenze. Visitavo tutte le famiglie cristiane e musulmane, questo è stato per me un grande impegno missionario che mi è costato lasciare quando sono stata trasferita a Dhaka, la capitale per aiutare nella formazione delle giovani bengalesi che chiedevano di seguire Gesù nel cammino della missione”

Nonostante le inevitabili differenze e difficoltà dovute ad una religione di Stato e quindi nell’impossibilità di comunicare direttamente il Vangelo, sr. Lidia non si arresta e con fermezza assicura: “Spesso però sono i musulmani stessi ad interrogare e chiedere perché non siamo sposate, scelta indispensabile per la loro mentalità, semplice è la mia risposta: “Perché vi voglio bene e in questo modo sono libera per aiutarvi a tempi pieno”. Anche di fronte al perdono fraterno si stupiscono immensamente. La legge è ancora ferma all’occhio per occhio! Solo in Gesù si spiega il dono del per dono, un Gesù che è morto e risorto per amore nostro”.

E arriva anche l’obbedienza del ritorno, e nel marzo 2002 sr. Lidia rientra nella Provincia Italia dove le viene affidato l’impegno di Responsabile di comunità in varie Case, impegno che sr. Lidia continua a vivere con la stessa dedizione missionaria donata al suo sempre amato Bangladesh e nonostante i primi segnali negativi della salute.

E il suo cuore comincia a dare grave allarme, nonostante una seria operazione e le cure, sembra non voglia migliorare. Sr. Lidia accetta la sofferenza, i ricoveri in ospedale e la lontananza dalla Comunità, con tanta serenità, coraggio e abbandono da meravigliare pure il personale sanitario e gli altri ammalati. La speranza di tutte le sorelle è tanta, quasi a voler strappare al Signore, che sr. Lidia ha tanto amato e testimoniato, la grazia della guarigione. Ma lei è ben cosciente della situazione, sa che ormai il suo cammino terreno sta compiendo gli ultimi passi verso il cielo. Nel pomeriggio del 2 giugno, muore in Ospedale per essere accolta nel Paradiso dei beati, tra le braccia di Cristo, appena asceso al Cielo.

 

Sr. Paola Vizzotto, comunità Direzione Generale

0 Comments

Leave a reply

©2025 Missionarie dell'Immacolata PIME

Log in with your credentials

Forgot your details?