Sr. Rosangela de Oliveira, nata nella cittadina di Tarumã, Assis — San Paolo (Brasile), torna in Brasile dopo 40 anni dedicati alla Guinea Bissau.
Missionaria dell’Immacolata dal 1968, sr. Rosangela definisce così il suo essere missionaria: essere pronta per qualsiasi necessità, in una disponibilità totale perché nessun luogo, nessuna situazione può soffocare il suo desiderio apostolico.
Inviata in missione in Guinea Bissau, sr. Rosangela ha avuto la possibilità di vivere il proprio apostolato in diverse comunità a servizio dei più poveri. A Mansoa, ha svolto diverse attività nel campo sanitario, con gemelli e orfani, nell’evangelizzazione e soprattutto nella catechesi. Grazie all’atteggiamento di mettesi a servizio del Regno, sr. Rosangela ha sperimentato che è la missione stessa a far scaturire la solidarietà nella vita di una comunità e nella propria, è la missione che spinge a uscire da se stessi per andare incontro a tutte le realtà che devono essere raggiunte.
La prima sfida affrontata negli anni di missione nel suolo sacro della Guinea è stata imparare la lingua per potersi comunicare con le persone e conoscere questa realtà così complessa e diversa dal Brasile. Questo significa avvicinarsi e partecipare alla vita del popolo, dei suoi eventi allegri e tristi, per conoscere la cultura e le tradizioni locali. Osservando la realtà, nello sforzo di capire un mondo diverso dal suo, sr. Rosangela ha visto quanto fosse necessario mettersi a servizio nel campo della sanità. Il popolo era così povero che aveva bisogno di tutto, ma più urgente era offrire assistenza sanitaria, soprattutto nei villaggi. C’era bisogno di mettersi al lavoro e cercare i bambini, i gemelli, gli orfani, i malnutriti, le donne incinta che erano il gruppo a più alto rischio.
Sr. Rosangela ha dovuto imparare in fretta il kriolo, lingua ufficiale della Guinea assieme al portoghese, e cominciare a formare agenti sanitari nei villaggi. L’inizio è stato molto semplice, con piccole strutture sanitarie per dare alle persone almeno i servizi essenziali. Nello stesso tempo, iniziò anche a diffondere la Parola di Dio attraverso la Catechesi perché era importante annunciare e mostrare alla gente quanto Dio li ama.
La seconda sfida è stata credere che la missione non è solo fare tante cose, ma testimoniare con la vita quello che facciamo e annunciamo. Testimonianza di vita e azione devono camminare insieme. Per questo, dobbiamo costantemente creare comunione tra noi, rispettando le nostre differenze culturali. La vita parla tanto quanto la parola! La gente ci guarda e dovrebbe ‘sentire’ e capire dalla nostra vita che la voce che grida più forte è l’amore a Dio e tra di noi.
Dopo 40 anni, il sentimento che nasce nel cuore si riassume in una parola: gratitudine. C’è molto per cui ringraziare Dio per il dono della vocazione religiosa missionaria e, in modo speciale, il popolo della Guinea Bissau a me molto caro, che mi ha ricevuto con affetto e amore in ogni luogo dove sono stata.
Lasciare tutto per motivi di salute non è facile! Sr. Rosangela però afferma: “Non dico che ho completato il mio cammino missionario, in Brasile continuerò la mia missione, dove il Signore vorrà e finché vorrà. Dio mi sta mostrando la grazia, la forza che trasforma tutto: l’amore. È solo l’amore che unisce le nostre realtà”.
Sr. Eliane Armoa, Guinea Bissau